Avanti tutta! Macchina carica, il solleone che picchiava in testa, la borsa frigo stracolma e la mamma sull’orlo di una crisi di nervi. Tutti pronti e partenza per le vacanze. Dopo giorni di preparativi, dopo l’ultima controllata ai bagagli fatta da papà che cercava, invano, di ottimizzare gli spazi, finalmente era ora di abbandonare l’appartamento infuocato per raggiungere il mare. Altro che navigatore satellitare, altro che aria condizionata a palla, altro che selezione rapida dei migliori cd… Papà aveva una Fiat 127 bianca con i sedili rossi in similpelle, di quelli che quando scendevi dalla macchina ti rimanevano attaccati al sedile vari brandelli di carne. Il navigatore, invece, ero io che, stipata dietro (un braccio poggiato sulla testa di mio fratello e uno a carbonizzarsi sulla carrozzeria interna delimitata da un finestrino incandescente che si apriva solo per lasciar passare un filo d’aria -vezzi da lager della casa di produzione-), cercavo di capirci qualcosa su una cartina che, aperta, era grande quanto un lenzuolo da bagno. Papà marciava spedito e mamma era accanto a lui, versione Psycho: occhi strabuzzati, attaccata alla maniglia del passeggero (con due mani) e sempre lì a dire: stai attento, guarda quello, rallenta…che quando arrivavi a destinazione scendevi tipo Papa e baciavi per terra, esausto e bramoso di un calesse. Adesso, tutta un’altra storia: mia mamma quando è in macchina continua a menarla alla grande, questo non è cambiato.
A cambiare è stata la
voiture: sedili ergonomici-antistress-riposanti-supercomodi che come diamine si fa a non addormentarsi alla guida è un mistero. I sedili posteriori sono dei troni da Re Sole, altro che ginocchia altezza mandibole che dovevamo sopportare io e mio fratello (soprattutto mio fratello il quale essendo più piccolo di me era costretto a stare dietro al sedile di mio padre che guidava come se si trovasse già sulla sdraio in spiaggia)… adesso, nell’abitacolo posteriore della
voiture ci trovi anche i cassetti per le bibite, i braccioli ribaltabili formato materassino, il vano per ficcarci dentro la tv portatile, di quelle che non vedi una beata min… ma che figata averla!!! E poi c’è il bagagliaio dove ci puoi nascondere anche due cadaveri alla volta, tranne nel mio che, mistero coreano, non ci entra nemmeno un sacchetto della spesa semi vuoto. Però, c’è un però: da questi mostri del trasporto su quattro ruote hanno tolto i deflettori: quegli spicchi di finestrino che si aprivano quel tanto che bastava per sentire il vento in faccia, per non bagnarti se venivi preso da un attacco di claustrofobia durante un nubifragio, per fare uscire il fumo della sigaretta. Niente, finito, kaputt…
Adesso, viaggi in stato di grazia, la tecnologia ti assiste, ti guida, ti coccola…ma quando ero piccola IO sulla Salerno-Reggio
Calabria ci andavi lo stesso, le code erano infinite anche allora e boccheggiavi fino alla meta perché l’aria condizionata col piffero che c’era…