19 Settembre 2015
...Tuuu...
...Tuuu...
...Tuuu...
...Tututututu...
Niente, questo non ha risposto. Digito un altro numero a caso. Per i dieci minuti di oggi ho voglia di intrattenere una conversazione con uno sconosciuto.
Non è semplice, anche perché non so che dire, quindi opto per una improvvisazione: cioè faccio finta di non essermi accorta di aver digitato un numero sbagliato e attacco direttamente un discorso, vediamo chi avrà la pazienza di stare al telefono per dieci minuti.
Provo un altro numero.
Squilla.
"Pronto?" è una voce maschile.
"Edoardo! Oh finalmente, senti ha chiamato ...Tututututu..."
Ha riattaccato. Come cacchio mi è venuto di dire Edoardo, al prossimo non faccio il nome. Poi Edoardo, tanto vale che dicevo Ermenelgildo, oppure Romualdo come in Fantaghirò; chiamerò mio figlio Romualdo, ha inciso troppo Fantaghirò sulla mia infanzia... Comunque, torniamo a noi. Il prossimo che chiamo non faccio nomi.
Squilla.
"Pronto?" è una voce femminile.
"Oh, finalmente è da oggi pomeriggio che sto cercando di chiamarti, ma per stasera quindi come rimaniamo?"
"Scusa ma chi sei?"
"Eddai sempre le solite battute, dai che ho fretta e tra l'altro ti devo raccontare pure di ieri come è andata con quel tipo..."
"Senti io non ho tempo da perdere, questo è uno scherzo di cattivo gusto, io della vostra invidia mi nutro, lo so che la mia vita è troppo importante rispetto alla tua, e puoi dire a Veronica che non è colpa mia se il suo ragazzo sta meglio con me e non con lei, patetiche."
Ha riattaccato. Belli questi dieci minuti, scopri ancora che ci sono donne che si divertono a rubare uomini, che scambiano un uomo per un osso e si scordano della loro individualità. Creature meravigliose che riscalderei affettuosamente con il napalm.
Purtroppo non sono arrivata ai dieci minuti con questa telefonata e non so come fare per arrivarci. Dopo vari tentativi senza successo e vari "vaffa" decido di essere onesta e di dire semplicemente "Ciao, mi chiamo Francesca e sto sperimentando la teoria dei dieci minuti. Hai dieci minuti per conversare con me?"
Digito un nuovo numero a caso.
Squilla. Risponde. E' una voce maschile.
Gli spiego tutto con la massima sincerità e lui inizialmente era un po' titubante, poi ha detto "Ma si dai, sono in pausa, ti regalo dieci minuti." "Grazie mille."
Ho fatto partire il timer e l'ho avvisato. Era divertito ed incredulo che qualcuno potesse seguire un esperimento che consiste nel fare qualcosa di nuovo ogni giorno per dieci minuti e soprattutto che questo qualcuno potesse mettersi a conversare telefonicamente con un estraneo. Gli racconto tutto, il perché, il per come di questa decisione, gli parlo del blog ma poi ascolto anche lui e mi dice "Sai avrei bisogno anch'io di un cambiamento." Nulla succede a caso, quando qualcuno cerca un cambiamento, incontra sempre qualcuno che gli può indirizzare una strada nuova da percorrere.
"Perché non provi?" incalzo subito io.
"Ma guarda con il lavoro, gli impegni vari, la sera arrivo a casa stremato, non penso di avere molto tempo."
"Eppure, oggi mi hai regalato dieci dei tuoi minuti di pausa, da domani potresti regalarli a te stesso. Il tempo non esiste, lo creiamo noi..."
"Interessante questa teoria, dimmene di più..."
Parliamo per più di 20 minuti, il timer l'avevo spento ma lui era interessato all'argomento, così gli ho restituito il favore e gli ho regalato dieci dei miei minuti. Che poi quando doni qualcosa è sempre come se la donassi a te stessa, come se ti ritornasse, un effetto boomerang ma molto più grande. Così finiamo di conversare ma decidiamo di rimanere in contatto, per confrontarci sul percorso.
Oggi ho capito che bastano dieci minuti per conoscere qualcuno.