Leggo e ripubblico dal sito dell'ansa ( ansa.it ):
(ANSA) – ROMA, 10 GIU – Nascera' vicino Roma, nell'area dell'universita' Tor Vergata, l'acceleratore Super B, uno dei 14 progetti bandiera previsti dal Programma Nazionale per la Ricerca varato in aprile dal Ministero per l'Istruzione, l'Universita' e la Ricerca. Gestito dall'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, l'acceleratore Super B lavorera' in modo complementare all'acceleratore piu' grande del mondo, il Large Hadron Collider (Lhc) del Cern di Ginevra.
Troppo spesso ultimamente si sente parlare di acceleratori di particelle. Ma vi siete mai chiesti a cosa servono?
Un acceleratore di particelle è una macchina il cui scopo è quello di produrre fasci di ioni o particelle subatomiche (elettroni, positroni, protoni, antiprotoni etc.) con "elevata" energia cinetica. Tali macchine vengono usate principalmente per: scopi industriali (60%) (impiantazione di ioni, sterilizzazione), medici (35%) (produzione di isotopi radioattivi, terapia adronica, etc.), studio della struttura dei materiali (ad esempio sfruttando la radiazione di sincrotrone) o per scopi di ricerca (5%) in fisica delle particelle (un fascio di particelle di elevata energia permette di sondare oggetti di dimensioni molto piccole). [2]
I metodi per accelerare particelle sono basati sull'uso di campi elettrici e magnetici, di cui i primi forniscono energia alle particelle accelerandole e i secondi servono a curvarne la traiettoria sfruttando la forza di Lorentz (ad esempio negli acceleratori circolari: ciclotrone e sincrotrone) o a correggere dispersioni spaziali e di impulso dei fasci accelerati.
Il principio fisico delle generazione di nuove particelle è quello semplice degli urti ad elevata energia: facendo collidere tra di loro particelle ad alta energia cinetica, ovvero prossime alla velocità della luce c, il prodotto (sintesi) è, per l'uguaglianza tra massa ed energia, una nuova particella a massa/energia superiore che eventualmente decade in altre particelle figlie. Dall'analisi di tali decadimenti è possibile risalire alle caratteristiche della particella madre.
In generale sono possibili due modi per rilevare nuove particelle subatomiche:
- rivelatori passivi che sfruttano le collisioni naturali ad alta energia tra i raggi cosmici ad alta energia e l'atmosfera terrestre rilevandone i prodotti ovvero i decadimenti: questa è l'ottica in cui si muove l'Astrofisica particellare. Queste collisioni sono però poco frequenti rispetto a quelle producibili in laboratorio tramite acceleratori di particelle.
- uso di acceleratori di particelle cariche per produrre fasci di particelle ad altissima energia in quantità degne di nota, fatti poi collidere tra loro rilevandone i prodotti in appositi rivelatori (collisioni artificiali).
Affascinante direi.