Finalmente alla NASA si sono accorti dell'importanza che Europa riveste nella possibilità dell'esistenza di vita extraterrestre nel Sistema Solare, e sta seriamente considerando l'invio di due sonde per esplorare la celebre luna di Giove.
I ricercatori del Jet Propulsion Laboratory stanno sviluppando sulla carta una missione che, secondo stime molto ottimistiche, potrebbe essere lanciata entro il 2020, e toccare la superficie ghiacciata di Europa sei anno dopo.
"Credo che Europa sia il posto migliore in cui cercare esseri viventi" spiega Kevin Hand del JPL. Hand ha posto le basi per la missione verso Europa lo scorso 8 dicembre durante una conferenza tenuta al meeting annuale dell'American Geophysical Union. "Europa ci fornisce l'opportunità di cercare forme viventi in un oceano attualmente esistente, e che è esistito per buona parte della storia del Sistema Solare".
Il progetto prevede il lancio di due sonde identiche del peso di circa 320 kg ciascuna, caricate con 36 chilogrammi di strumentazione scientifica che comprenderà spettrometri, sismometri e diverse telecamere per studiare nel dettaglio il sito di atterraggio.
Per fare un paragone con altri lander-rover del passato, Spirit e Opportunity trasportavano 5 kg di attrezzatura scientifica, e il recente rover marziano Curiosity ne trasporta circa 65 kg su peso totale di 900.
La partecipazione di due sonde diverse servirà a limitare i danni in caso di eventuale e parziale fallimento della missione. "E' un modo per ridurre parte del rischio durante la fase di atterraggio sulla superficie sconosciuta di Europa" spiega Hand.
Atterrare su Europa, infatti, non è affatto un gioco da ragazzi: pare che la superficie ghiacciata sia in continuo (e forse repentino) mutamento, e le radiazioni solari o gioviane non semplificheranno di certo il lavoro che la strumentazione di bordo dovrà svolgere.
La vita delle sonde sarà molto breve: bene o male sette giorni, durante i quali le dosi di radiazioni gioviane faranno progressivamente arrestare lìattrezzatura scientifica. I lander non avranno alcuna schermatura anti-radiazioni, che contribuirebbe soltanto ad accrescere il peso di lancio di due sonde già date per spacciate fin dal momento della progettazione della missione.
Una volta toccata la superficie della luna, ogni robot azionerà la strumentazione scientifica con lo scopo di rilevare la presenza di eventuali composti organici, inclusi quelli considerati come i mattoni principali della vita che conosciamo.
I sismometri e le telecamere, invece, contribuiranno a fornirci un quadro più chiaro delle caratteristiche geofisiche di Europa, una luna particolarmente interessante non solo per la possibilità di vita aliena.
L'indagine biologica di Europa non si concentrerà sul rilevamento diretto di ipotetiche forme di vita, ma ne studierà per il grado di abitabilità: tenterà di individuare i luogi più promettenti per ospitare, o averlo fatto in passato, forme di vita extraterrestri basate su una biologia simile alla nostra.
Attualmente i due lander sono soltanto un'idea di missione, e niente ci assicura che entro il 2020 li vedremo allontanarsi dalla Terra diretti verso Europa. Ma la ricerca di Hand ha dimostrato che già disponiamo di tutta la tecnologia necessaria per una missione così ambiziosa, e che entro il 2026, se l'avventura spaziale dovesse essere orientata verso questo obiettivo, potremmo effettivamente avere due sonde sulla superficie ghiacciata di Europa.
I costi di una missione così complessa non sono per ora quantificabili. Se dovesse essere racchiusa all'interno del progetto definito "Flagship" (che ha visto la costruzione del rover marziano Curiosity), i tecnici della NASA potrebbero avere a disposizione una cifra compresa tra gli 800 milioni e i 2 miliardi di dollari.
Nello scorso marzo, un rapporto del National Research Council suggeriva che Europa rappresentasse un obiettivo di altissima priorità, secondo soltanto all'esplorazione di Marte. "Ci sono ragioni molto solide per ritenere che Europa sia in possesso di un oceano, che probabilmente si nasconde sotto uno strato relativamente sottile di ghiaccio" spiegò al tempo Steven Squyres, presidente del comitato che scrisse il rapporto pubblicato all'inizio del 2011.
A partire da questa conferenza è stata creata una missione parallela a quella proposta da Hand, la "Jupiter Europa Orbiter", un satellite che potrebbe viaggiare lungo l'orbita bassa di Europa entro il 2030 se si trovassero i 4,7 miliardi di dollari necessari a costruirlo, fondi molto difficili da trovare nella situazione globale che stiamo attraversando.
Una missione per Europa è infatti già stata cancellata per motivi di budget: si tratta della JIMO (Jupiter Icy Moons Orbiter), una missione che avrebbe esplorato i satelliti galileiani osservando da vicino Europa, Ganimede e Callisto. Si trattava di una missione innovativa non solo per l'obiettivo di registrare nel dettaglio l'interazione tra queste tre lune e Giove, ma anche di un test sul campo dei propulsori ionici di ultima generazione e di strumentazioni scientifiche molto avanzate.
Se Marte sembra essere un pianeta molto promettente dal punto di vista biologico, Europa potrebbe essere la "Pandora" del nostro sistema solare. Incentivare l'esplorazione di questa luna così particolare non farà altro che allargare e perfezionare le nostre possibilità di trovare, finalmente, una forma di vita non-terrestre entro i confini del nostro "quartiere spaziale".
Jupiter's Moon Europa Is Target for Possible NASA Lander