Prosegue il lavoro intorno all'indagine Al Quaeda in Sardegna.
A permettere l'operazione di polizia che ha scovato una cellula di Al Quaeda ad Olbia sarebbero stati dei funzionari della polizia pakistana.
. Mentre l'imam arrestato, Hafiz Muhammad Zulkifal, di Zingonia, che si dichiarava fratello di Osama Bin Laden e pronto a sovvertire il modo di vivere occidentale, era attento a usare gli aiuti offerti dalle istituzioni in primis quelli della Regione Lombardia.
Il tutto sarebbe nato da una soffiata, così riporta Il Messaggero.
Era l'8 luglio 2009 quando parlando al telefono con un connazionale, il capo della comunità pakistana a Olbia, Sultan Wali Khan, avrebbe avvertito qualcuno
"È un bastardo, è un informatore della polizia hai capito? Dovete stare attenti a lui"
: "Ho già ordinato a mio cugino di ucciderli - si legge in una intercettazione -. Loro in questo momento sono soli, deve uccidere tutti, anche i bambini piccoli". Ma il delitto non viene commesso perchè le vittime fanno perdere le tracce. Proprio in quel momento a Sultan Wali Khan arriva l'informazione che la Digos di Sassari stava indagando sulla cellula. La polizia italiana, infatti, avverte le autorità pakistane dei progetti criminali di Khan. La polizia pachistana avrebbe poi informato il padre di Khan.
Si leggerebbe nell'ordinanza "Sultan Wali Khan diede disposizioni di ricompensare il capo della polizia con 20-25.000 mila rupie".
Intanto è da notare che l'Imam avrebbe incassato 1.457 euro e altri 1.051 nel 2012. Altro contributo a cui l'imam non rinunciava era il bonus per lo studio che gli permetteva di risparmiare 400 euro l'anno su libri e corredi scolastici dei figli. E ne aveva messi al mondo parecchi. Dal 2009 al 2013 è diventato padre per tre volte, arrivando a quota otto figli.
Il Messa