Troppo spesso manteniamo vivo e perpetuiamo il dolore rimuginando sulle ferite e ingrandendo, man mano, le ingisutizie che riteniamo d’ aver subito. Forse rievochiamo più volte i ricordi dolorosi con l’inconscio desiderio di modificare la situazione, ma in questo modo non la cambiamo mai. ( Dalai Lama)
Io sono l’espressione di questo pensiero del Dalai Lama. Io rimugino in maniera tale che il problema diventa una montagna insuperabile. Personalizzo ogni situazione e così facendo aumento il disagio e mi provoco ulteriore dolore. Innesco un circolo vizioso di pensieri negativi.
Nella vita quotidiana sorgono sempre dei problemi, i quali, in sé, non causano sofferenza. Se per esempio li affrontiamo in maniera diretta e concentriamo le nostre energie sulla ricerca di una soluzione, possiamo trasformarli in sfide. Se invece aggiungiamo alla difficoltà l’idea della sua “ingiustizia”, questo ingrediente supplementare può alimentare non poco l’irrequietudine mentale e la sofferenza emotiva.
Per chi mi conosce da tanto ricorda bene i miei post e la mia sofferenza per l’invadenza di mia suocera. Non ho mai cercato di mettere le distanze tra lei e me, al contrario, mi sono “immersa” nel problema e, giorno per giorno, montavo la mia rabbia e quando si presentava un problema, anche banale, io ero già pronta per lo scontro, che puntualmente arrivava e mi ridicolizzavo quasi sempre.
Ci sto lavorando su questo mio modo di fare, cercando di cogliere nelle cose l’occasione per me, per leggermi dentro, ma soprattutto, sto cercando di mettere le distanze tra le cose, di allargare il mio campo mentale, di guardare le cose da angolature diverse.