La legittimazione dell’illegittimo e la delegittimazione del legittimo: questo, in sintesi, quanto accaduto a Brescia e in Val di Susa negli ultimi giorni. Nella Leonessa d’Italia, l’indecente, solita pantomima del Pdl contro la magistratura e in difesa del caimano, è stata trasformata in un’eroica testimonianza della libertà di manifestare a causa della contestazione, condivisibile nel merito, incivile e antidemocratica nei modi, dei soliti autonominatisi paladini della volontà popolare. La solidità del consenso berlusconiano la si deve proprio alla capacità del caimano di manipolare strumentalmente la forte contrapposizione che una larga fetta dell’opinione pubblica gli ha sempre dimostrato. Non è certo insultando e aggredendo il suo elettorato che si può pensare di farlo franare. Sarebbe stato molto più incisivo manifestare a braccia conserte e bocche chiuse, lasciando agli sguardi la severità del giudizio.
Analogo discorso va fatto per l’assalto al Cantiere della Tav dell’altra notte che giunge, non a caso, proprio quando, con la manifestazione del 23 marzo scorso, il movimento ha trovato ufficialmente una rappresentanza parlamentare. Ciò significa che, tra i Notav, ci sono frange poco interessate a una soluzione la più condivisa possibile, ma, piuttosto, hanno trovato nella causa valsusana un’opportunità da sfruttare strumentalmente per la loro generica e delirante rivolta nei confronti delle Istituzioni.