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Prostituzione e codice della strada, multe a casa non legali: lo dice la Polizia Legale di Roma

Creato il 10 settembre 2015 da Rodolfo Monacelli @CorrettaInforma

I sindacati non ci stanno e si ribellano alla bozza di regolamento presentata dalla polizia urbana in merito alle misure anti prostituzione da utilizzare, scagliandosi contro Rossella Matarazzo, vicecapo del gabinetto del sindaco .

Prostituzione e codice della strada, il contenuto della bozza di regolamento

Intervenuta ieri a 24 Mattino su Radio 24, la Matarazzo ha spiegato il contenuto della bozza: “A chi verrà colto in flagrante, verrà recapitata direttamente a casa una multa di 500 euro. Nella sanzione verrà semplicemente scritto che si è trattato di una violazione del codice della strada, ma il problema per chi vìola sarà spiegare alle loro mogli cosa ci facevano alle 2 di notte da quelle parti”.

Pronta la replica dei sindacati: “Quelle della dottoressa Matarazzo sono state assolutamente parole moralizzatrici e anacronistiche che violano i basilari principi del codice della strada”. Anche Sergio Fabrizi (R.S.U. del Comune di Roma) ha voluto dire la sua: “E’ compito dell’agente verbalizzare la violazione appena compiutasi. Non c’è motivo per cui la multa debba essere spedita a casa. Una situazione del genere va accertata nella compiutezza del fatto. Perchè non fare tutto e subito lì sul momento?”.

Già nei primi mesi dell’anno il sindaco di Roma Marino aveva lanciato questa idea, trovando un secco e deciso no da parte del Garante della Privacy. In seguito anche il prefetto Franco Gabrielli ha voluto dire la sua in merito a questa proposta, definendola necessaria: “Quello della prostituzione è un fenomeno che dobbiamo riuscire a debellare. L’invio di multe salatissime nel domicilio di chi vìola il codice della strada può essere un’arma fondamentale che darebbe una svolta in maniera significativa”.

Intanto c’è chi ironizza in merito alla proposta del gabinetto: “Al gabinetto del sindaco stanno messi male, contano sulle mogli perchè non riescono a far rispettare le ordinanze. Queste sembrano più dichiarazioni di un capo religioso che di un organo istituzionale di una capitale europea”.


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