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Prostituzione e rette universitarie

Da Leragazze

Prostituzione e rette universitarieSaranno un po’ ingenui i medici inglesi o semplicemente indossano dei formidabili paraocchi che limitano il loro campo visivo quando dalle finestre delle loro aule universitarie si volgono verso il mondo reale?

Grande clamore nel mondo medico ha destato un articolo pubblicato nella versione studentesca del British Medical Journal in cui un anonimo giovane studente di medicina dichiara di aver cominciato a prostituirsi “perché non riusciva a pagare le spese di istruzione”. Racconta di essersi procurato le clienti via internet e di aver selezionato tra tutte “13 donne ricche”, alcune delle quali “avevano iniziato a provare dei sentimenti per lui e credevano di avere una sorta di relazione”. Il nostro anonimo futuro medico riferisce anche di vivere in un appartamento di cui non paga l’affitto, di avere acquistato un’automobile e di essersi sistemato economicamente, grazie ai soldi ricevuti dal suo “parco-donne”. Pagate le rate universitarie, dunque, ha continuato ad accumulare altri soldini, già che ci stava. Non si vive di sola cultura.

In un articolo che accompagna quello citato, uno studente di medicina di fine corso presso l’università di Birmingham afferma che è in crescita il numero di studenti di medicina che si prostituiscono. E, citando due studi, realizzati l’uno nel 2007 e l’altro nel 2010, mette addirittura in relazione diretta l’aumento della prevalenza di studenti prostituti e il rialzo delle spese universitarie.

Quindi, poveretti, le tasse universitarie crescono e loro sono costretti a fare gli escort con donne ricche e sole. Se poi riescono anche a togliersi qualche capriccio male non fa.

Delle anime pure i medici inglesi. Si preoccupano per gli studenti di medicina che non arrivano a pagare le spese di istruzione, ma evidentemente ignorano come funziona la prostituzione nel mondo reale, dove è spesso governata da trafficanti di esseri umani e da sfruttatori senza scrupoli.



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