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Mi piace questa fotografia. Per la storia che racchiude. Grande città nel Medio Oriente. L'uomo, sullo sfondo, vuole rendersi utile: salta in mezzo a una strada trafficatissima e si sbraccia per lasciare che l'auto su cui siedono le due ragazze possa abbandonare il parcheggio trovando uno spazio nel fiume inarrestabile di automobili. In mezzo alla strada c'è rimasto quindici minuti. Prima le ragazze hanno dovuto, nell'ordine: telefonare, mandare messaggi, cercare nelle rispettive borse soltanto loro sanno che cosa, scambiarsi le ultime confidenze, telefonare ancora, rispondere alle risposte ai loro messaggi di prima, ridere, decidere dove andare. E poi, ancora: guardare impassibili il signore in mezzo alla colata di lamiera bollente e strombazzante, fare come se non esistesse (non fosse mai esistito, per i precedenti quindici minuti sacrificali), dare gas, costringere un'altra automobile a una frenata devastante, ignorare la macchina e l'uomo che al volante urla fuori di sé, sgommare, sfrecciare via. Felici. Padrone del mondo. Di quello di oggi. E di quello che, nel Medio Oriente, verrà. Protagoniste.Magazine Società
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