Per ubriachezza al volante e niente di più: per questa ragione è ricercato dall’Interpol Jean Claude Mas Florent, il fondatore dell’azienda Pip (Poly Implant Prothesis), responsabile di aver fabbricato e venduto migliaia di protesi mammarie difettose. Mas, un ex macellaio di 72 anni, sparì dalla circolazione nel marzo 2010 all’indomani dell’inchiesta delle autorità francesi che culminò con il ritiro dal commercio dei prodotti della Pip. Per due mesi non si seppe nulla di lui, finché il primo giugno una pattuglia della polizia stradale della Costa Rica, arrestò un francese colpevole di guidare in stato d’ebbrezza. I documenti presentati dall’europeo erano appunti quelli di Mas.
Mentre a 30.000 donne francesi veniva ingiunto di espiantare le protesi perchè ritenute nocive alla salute (il silicone usato nella loro fabbricazione non è atto all’uso umano) e l’allerta faceva il giro del mondo, Mas si dileguava di nuovo. Nel novembre di quell’anno, infatti, invece di presentarsi davanti al giudice costaricano per l’udienza, spariva nel nulla. Lo scandalo aumentava di intensità: le protesi installate a donne in differenti parti del mondo erano almeno trecentomila. Incredibilmente, però, con il passare dei mesi la giustizia francese non ha aperto nessun fascicolo per le protesi difettose. I Paesi europei hanno ritirato dal commercio uno dopo l’altro il prodotto della Pip –l’Italia lo fa quasi subito, nell’aprile 2010: ¨ Sebbene non cancerogene, presentano un alto rischio di rottura ed infiammazione¨ recita l’avviso del ministero- ma al responsabile dello scandalo non viene ingiunto nulla. Mas, però, non appare. Sarà perché si è fatto tanti nemici, soprattutto ora che i particolari di fabbricazione delle sue protesi per il seno sono stati rivelati: il silicone utilizzato era quello usato per la fabbricazione di materassi, altamente proibito per l’uso umano.
È proprio in America Latina, dove aveva cercato rifugio, che la sua azienda faceva registrare i più alti affari. Il 60% del suo fatturato proveniva dalle vendite in Argentina, Colombia, Venezuela e Brasile. In Argentina oggi l’emergenza è trattata come un caso di salute pubblica: è al vaglio del Congresso, infatti, una legge che consenta alle 13.000 donne che hanno usato le protesi Pip di rimuoverle a spese dello Stato, Nell’opinione pubblica latinoamericana indigna il fatto che i francesi, sempre ligi nel condannare le condotte provenienti dall’estero (si veda la recente polemica con Uruguay e Panama), non siano stati in grado di emettere un capo d’accusa contro Jean Claude Mas. C’è voluta un’infrazione automobilistica in un paese del Centroamerica per fare muovere l’Interpol. Secondo la polizia costaricana, che ne ha seguito le tracce, Mas sarebbe in Europa e non esclude che sia protetto proprio da chi, in apparenza, vuole dargli la caccia. La multa evitata, potrebbe costargli carissima: l’improvviso interesse dimostrato dai mezzi di comunicazione per l’allerta dell’Interpol ha infine smosso le autorità francesi che stanno analizzando la possibilità di denunciare Mas: non per danni alla salute, però, ma per il reato di truffa.