Protesi all'anca difettose: partono i controlli nelle Marche

Creato il 12 marzo 2012 da Informasalus @informasalus


Protesi all'anca difettose: partono i controlli nelle Marche

La Regione Marche si è attivata al fine di effettuare un monitoraggio completo sui pazienti coinvolti, per poter seguire l'evolversi clinico e legale della questione. È quanto ha spiegato il direttore del dipartimento Salute e Servizi Sociali delle Regione Marche Carmine Ruta, al termine della riunione sulla vicenda delle protesi all'anca della DePuy, alcune delle quali potrebbero esser difettose.
Nella regione risultano 47 protesi vendute alle strutture sanitarie, delle quali 41 sono state impiantate su pazienti. Il monitoraggio effettuato dalla Regione ha rivelato che le protesi d'anca DePuy sono state vendute a 5 strutture ospedaliere marchigiane, Ospedale civile di Jesi (20 le protesi fatturate, 17 impiantate), l'Ospedale civile ''Fraternità Santa Maria della Misericordia'' di Urbino (13 acquistate, 10 utilizzate), l'Inrca di Ancona (10 acquistate, 10 impiantate), la Casa di cura Villa Anna di San Benedetto del Tronto (utilizzate tutte le 3 protesi fatturate), il Polo ospedaliero di Loreto (impiantata la sola protesi acquistata). Nosocomi come l'Ospedale regionale di Torrette (Ancona) e Marche Nord di Pesaro non risultano invece tra gli acquirenti del modello segnalato dal Ministero.
“Dopo la circolare ministeriale del 24 gennaio 2012, che sollecitava un monitoraggio della situazione - ha spiegato Ruta - abbiamo attivato il sistema sanitario regionale per trasmettere le disposizioni e le sollecitazioni del Ministero. Alle Aziende sanitarie, all'Asur e all'Inrca sono stati chiesti di avviare i controlli sui pazienti, di conoscere le revisioni effettuate e le motivazioni dell'eventuale sostituzione chirurgica delle protesi. Le informazioni sono pervenute, ora abbiamo un quadro completo della situazione. Comunque le verifiche continueranno, in modo che tutte le persone coinvolte abbiano un supporto medico adeguato e un'assistenza clinica continua”.
A partire dal 24 agosto 2010 è stata la stessa azienda produttrice a sospendere la commercializzazione delle protesi a rischio, dopo aver riscontrato le prime anomalie. Tuttavia, malgrado le ripetute segnalazioni del Ministero della Salute sembra che sia stato poco per informare i pazienti interessati. In Italia sono state vendute oltre 4500 protesi, di queste, al momento, ne risultano impiegati 808 in Toscana.


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