Sono decine e decine, da tutto il territorio nazionale le grida d’allarme e le richieste d’intervento pervenute allo “Sportello dei Diritti” in merito allo scandalo internazionale sulle protesi mammarie difettose dopo l’indagine penale avviata sulla società francese Poly Implant Prothèse meglio nota come PIP.
Solo per far comprendere le sofferenze delle danneggiate riportiamo in forma anonima una parte di una significativa denuncia pervenutaci da parte di una delle migliaia di sfortunate che è illuminante sullo stato dei fatti in Italia e sull’inerzia del governo e del Ministero della Salute che cincischiano nel prendere decisioni certe e determinate a tutela delle vittime:
“…veniamo alla scoperta di questi giorni, le protesi Pip.
Mi sono immediatamente rivolta al chirurgo che mi ha operata e che ha utilizzato le protesi PIP , lui sostiene che non è il caso di allarmarsi, che in fondo le protesi Pip non causano il cancro, ma di recarmi presso la sua clinica per fare una visita e per eventualmente decidere la sostituzione della protesi ma senza urgenza e per il costo dell’intervento ci saremmo accordati. Alla mia domanda di cosa avrebbe fatto se le protesi pip fossero state inserite a sua moglie la sua risposta è stata : le farei togliere immediatamente. Mi domando :
Come è possibile che il ministero della salute della Gran Bretagna, della Francia e della Repubblica Ceca e di altri paesi consiglino la rimozione urgente delle protesi Pip, mentre il ministero della salute italiana, con circolare del 04 gennaio 2012 non abbia preso la medesima decisione ?
Come mai l’ufficio federale tedesco di farmaceutica sostiene che anche le protesi che non presentano segni di rottura potrebbero rappresentare un grave rischio per la salute, mentre per l’Italia così non è ?
In Italia forse bisogna aspettare che muoiano centinaia di persone per poi decidere che è il caso di prendere la medesima decisione degli altri stati?
Perché le spese per la sostituzione devono essere a carico dei pazienti ?
Penso che questo argomento sia di una importanza enorme dato che esistono circa 122.000 casi in Italia e che lo Stato Italiano con circolare del 04 gennaio 2012 sembra ancora una volta tutelare gli interessi delle lobby anziché la Salute dei cittadini…”.
Per tali ragioni Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” e fondatore dello “Sportello dei Diritti“, al di là dell’attività dei consulenti dello Sportello che si stanno adoperando per avviare tutte le azioni possibili per tutelare le vittime nelle sedi competenti, ha cointeressato il deputato pugliese di IDV, Pierfelice Zazzera il quale sta già predisponendo un’interrogazione parlamentare urgente al Ministro della Salute, per chiedere di dare delle risposte certe e determinate alle tante vittime che hanno avuto la sventura di essere sottoposte a mastoplastica con protesi della PIP e che oggi si trovano oltreché nello sconforto e nella più totale preoccupazione anche nell’oggettiva incertezza sulle misure da prendere pure in ragione dei notevoli costi da sostenere.
Giovanni D’Agata