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Prova costume

Da Paola_granieri

Tra gli eventi a cui bazzica il fiorentino medio, possiamo annoverare la Festa Delirio.
La festa Delirio, anni fa, ci fu spacciata come un festone sbronza in cui paghi 15 euro per entrare e bevi tutto quello che vuoi e quanto vuoi, senza mollare, tutta la notte.
Ai tempi, e vi parlo di almeno cinque anni fa, siccome ero gggiovane e rockeggiavo abbastanza, e le mie amiche con me, inebriate dalla nostra nuova ed eccitante condizione di matricole universitarie, non ce lo facemmo ripetere due volte.
Nella pratica, ci trovammo ad affrontare una quarantina di minuti di attesa per entrare e i propositi di tornare a casa sui gomiti finirono nel momento in cui apprendemmo che il ghiaccio era finito, per cui prendemmo una bevuta, giusto per giustificare i 15 euro dell'ingresso e nulla più. Ma eravamo giovani, appunto. E ci divertimmo lo stesso, sui ritmi rock n'roll della band che suonava dal vivo, dato che la festa era a tema anni '50 e i rockabilly, quelli, indistintamente maschi o femmine, con uno o due braccia orrendamente tatuati con teschi e dadi infuocati (che ce li voglio vedere in età senile dove cazzo se lo infilano il loro braccio tatuato) e la brillantina nei capelli, stavano tornando di moda.

Dopo quella volta al Delirio, non ci siamo più tornate, per i motivi più disparati.
Il Delirio, collaudata ditta specializzata nell'organizzazione di feste in varie location sparse nell'interland fiorentino, solitamente è noto per tre appuntamenti principali: la festa anni '50 verso ottobre/novembre, la festa di capodanno, indovinate un po'? A capodanno! E il simpaticissimo toga party, verso maggio/giugno, o comunque quando è possibile girare mezzi nudi coperti solo da un lenzuolo.

Bene, le mie amiche ed io, dopo aver constatato che negli ultimi sei mesi la cosa più trasgressiva che abbiamo fatto insieme è stato uscire a bere una tisana, abbiamo deciso di darci una botta di vita e reintegrarci in società. E abbiamo deciso che l'occasione adatta per farlo sarà proprio la festa Delirio del prossimo 20 novembre al Viper Theatre, nota sala concerti alla periferia della città. Ma la cosa ancora più eclatante è che abbiamo deciso che seguiremo il consiglio di vestirci a tema.
Bel periodo gli anni '50, gonne a ruota, vitini di vespa, cadillac, juke box, happy days e pin up.
Nella mia testa poi, la domanda più vecchia del mondo: "Che cazzo mi metto?!"
Ora, tra le moderne reinterpretazioni in stile, lasciando perdere i tat
uaggi di cui sopra, ho trovato spunto nel burlesque di Dita von Teese, ma temendo di risultare goffa, ho deciso di orientarmi più verso lo stile easy della cantante Nina Zilli, che, dopo aver preso parte al suo concerto in agosto a Vicchio, trovo molto simpatica e carismatica, oltre che una grande gnocca.
Quindi, spulciando in rete tra le foto della vecchia Nina, le ho notato indosso una camicia da cow boy rossa, indossata su una gonna a tubo nera, a vita alta, che possiedo simile anche io. In più mi sono ricordata della stessa camicia, in blu, relegata in fondo al mio armadio perchè dopo averla acquistata nell'impulso del momento per un pugno di spiccioli, alla vendita al kg di A.N.G.E.L.O., mi sono resa conto di non sapere che farmene e l'ho lasciata lì, per mesi.

Ho rimediato infine un foulard, un cencio da annodarmi in capo anche quello scovato in un qualche mercatino delle pulci e ho fatto la mia prova costume.
Et voilà!

Prova costumeProva costume
Non sarò figa quanto lei (considerando che sto usando come microfono la mia lima per le unghie), però, dai, la camicia è uguale, no?!


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