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A me la Scrambler piace. Mi pare anche ben fatta. Si vede che non è un prodotto sartoriale, Ducati conta di farne un bel numero e quindi non siamo di fronte ad un prodotto a tiratura limitata. Però la percezione della qualità e dei materiali è comunque molto buona. Si vede che ci tengono. Stessa cosa per gli assemblaggi. Non è tirata via, non stanno buttando lì un modello per svuotare due magazzini, stanno cercando di creare un marchio.Vista dal vivo la prima cosa che colpisce è che è piccolina. Ci salgo e mi trovo comodo, ho avuto occasione diverse volte di trovarmi bene sulle Ducati e credo che sia perché hanno dei parametri umani simili ai miei, panza compresa. In foto non sembro neppure tanto l’orso del circo. Certo, un salamone da un metro e novanta magari sembra su una minimoto.Comunque, il manubrio è largo, le gambe in posizione comoda e il sellone lungo e unico permette di muoversi alla ricerca della posizione migliore. Per il resto tutto è dove dovrebbe essere, non percepiamo posizioni errate o stancanti. Poi bisognerebbe starci più di mezz’ora per poterlo valutare ma la prima impressione è chiara. Come dicevo, sulla sella ci si può muovere alla ricerca della posizione migliore anche se, dopo pochi km, ci si accorge che la posizione migliore è quella col bacino lievemente ruotato in avanti e verso il serbatoio e il manubrio lievemente tirato al petto. Pronti via, la prima entra, la frizione è morbida il gas è vivace. Mi aspettavo un pronti via più loffio. Invece, il motore tira. Tira abbastanza per divertire e divertire in maniera semplice: dai gas prende gas, non dai gas non prende gas. Ha tutta la potenza di cui c’è bisogno per questa moto. Se vi servono più cavalli, più spunto, più velocità forse dovreste guardare altro. la Scrambler è tutt’altro che ferma, sia chiaro, la velocità arriva velocemente a tre cifre e la moto fila. Però sulla Scrambler è chiaro il concetto che non è importante andare forte quanto andare a manetta.Comunque, per concludere, “vivace” è l’aggettivo che sposerei al motore.I freni sono onesti. Ora, il mio metro di paragone è il Diavel che ha dei freni che a momenti torni sui tuoi passi. Questi non ti fulminano ma frenano. Entrambi, anche il freno posteriore non è lì per estetica.Per il resto la moto è agile, lo si intuisce anche guardandola da ferma. Credevo avesse più trasferimenti di carico fra posteriore e anteriore, che soffrisse di più frenate e accelerazioni e invece gli ammortizzatori rispondono bene, senza portarti ad aggrapparti al manubrio, sia dando gas che dando freno. E io non sono un secco, ho una bella massa aggiunta da mettere sul piatto del connubio moto-pilota.Bella, divertente e facile. Io la chiuderei così.E’ una moto da emozioni e sorrisi, una spremuta di moto: togli tutto quello che ti sembra in più e strizzi…ti rimane la Scrambler. Poi ci sono quelli che spremono le arance e poi aggiungono zucchero, ecco andrebbero aiutati. Se vuoi succo di tieni succo, inutile chiedere un succo e poi farci una bibita.Ora arriva la parte che più mi ha fatto riflettere. Certo è bella (a me piace), è ben fatta, è piacevole e costa il giusto. Ma a chi interessa? Cosa ci puoi fare? Non lo so. Però, mentre ero in moto che provavo e giravo per le vie della periferia di Lugo, ho pensato “caspita sarebbe bello portarci Giulia a prendersi un aperitivo al mare, o a cena su in collina” e subito dopo “certo che farsi due o tre giorni di Eroica con questa sarebbe figo, gas aperto e strade bianche sai che goduria” e poi “sarebbe bello andare a vedere la fioritura delle lenticchie con la Scrambler, per passeggiare e godere” e infine, presa dimestichezza “chissà sulla Calla come andrei con questa, forse dovrei essere fluido, poche staccatone e tanta scorrevolezza”. Alla fine, quindi, mi son venute in mente tutte cose che si fanno…in moto. Certo, non è la moto che vi porterà a Caponord o in giro per il mondo. Però se il vostro range è locale ampio…potreste scoprire una certa versatilità.Credo che la morte sua sia fra i motociclisti di ritorno, quelli che hanno smesso la moto a vent’anni, adesso sono più vicini ai 50 che hai 40 e scoprono la voglia di tornare in moto. Come dice uno dei protagonisti di WhyWeRide “la moto è un seme che abbiamo dentro, se qualcuno lo annaffia poi cresce e controllarlo diventa dura”. Ecco, penso che la Scrambler, complice un marketing da “non si fanno prigionieri” possa innaffiare molti semi.Altro spunto. Io frequento e leggo blog, forum e discussioni sul mondo delle due ruote. Quante volte ho trovato richieste del tipo “certo che se ci facessero una motoretta leggera, che si tocca bene, con un bel motorino e senza tante spugnette elettroniche e magari sotto i 10k € sarebbe molto interessante”. Beh, aggiungete che è anche un bel prodotto e che dietro c’è un marketing smisurato e avete la Scrambler. Detto questo, oggi mi sono reso conto che viviamo in un’epoca in cui un buon ufficio marketing può spingere un prodotto, creare o ricreare un mito, far nascere un marchio (perchè Scrambler è già un marchio) ma che se poi dietro non c’è un prodotto che regga le critiche e i commenti e le prove dei motociclisti…allora è meglio se stai a casa.Ero partito curioso di provare questa Scrambler ma non troppo fiducioso, convinto di trovare più marketing che moto. Invece mi devo ricredere, la Ducati Scrambler è in primis una moto, una moto bella, divertente e accessibile. Poi stanno lavorando molto bene per cavalcare un mito.
Veniamo alle nostre conclusioni.Cosa ci puoi fare: land of joy bro, land of joy.Cosa non ci puoi fare: beh tante cose, turismo, corse a vitapersa sui passi, ma questo è un altro tipo di mezzo ed è bene capirlo prima di prenderlo.
Quanto sale. No dai, qui di sale ci siamo, forse solo un pizzico ma proprio per non esagerare coi peana di inizio anno.
Alla fine il ragionamento è sempre quello: bisogna capire cosa ci si vuol fare con le moto e provarle in funzione di quello. Inutile andare a provare una Scrambler se si cerca un’alternativa al GS o al Ninja. Questa è una moto che a guardarla capisci cosa puoi chiederle, il modo in cui lo farà potrebbe piacevolmente colpirti. Perché è divertente.
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