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Prove generali di catastrofe

Creato il 19 ottobre 2010 da Lalternativa

Torneranno a funzionare a pieno ritmo domani gli storici reattori nucleari sperimentali del centro ricerche dell’Enea alla Casaccia, vicino Roma.
Si chiamano Triga e Tapiro e saranno «riaccesi» domani, in occasione dei 50 anni di attività del centro della Casaccia, per diventare il punto di riferimento delle prove sperimentali che accompagneranno il ritorno del nucleare in Italia. Dopo una lunga manutenzione e un aggiornamento tecnologico, i due reattori torneranno pienamente operativi in occasione della giornata organizzata per i 50 anni della Casaccia, l’insieme di laboratori nato come il cuore della ricerca italiana nel campo dell’energia nucleare. Negli ultimi anni, in realtà, i reattori Triga Rc-1 (Training, Research, Isotopes, General Atomics-Reattore casaccia 1T) e Tapiro (Taratura Pila Rapida a potenza 0) non sono mai stati del tutto «silenziosi». Sono stati infatti utilizzati in altri ambiti, come la medicina nucleare. Le loro applicazioni sono molto ampie e comprendono analisi di interesse per l’industria aerospaziale, automobilistica o petrolifera, analisi non distruttive di opere d’arte. Il reattore Tapiro è stato analizzato in passato anche per analizzare i danni provocati ad alcuni dispositivi dell’acceleratore più potente del mondo, il Large Hadron Collider (Lhc) del Cern di Ginevra. A partire da domani i due reattori per la ricerca saranno utilizzati anche per tutte le prove sperimentali che permetteranno di adattare alla realtà italiana i reattori nucleari di terza generazione del tipo Epr (European pressurized water reactor) che il governo intende realizzare in Italia. Il Centro di ricerche della Casaccia tornerà così ad essere il cuore della ricerca applicata sulle applicazioni pacifiche dell’energia nucleare in Italia, come lo era stato all’epoca della sua istituzione, nel 1960. In quello stesso anno era nato il Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare (Cnen) con il compito di promuovere la ricerca sugli impianti nucleari. Il Cnen è diventato Enea all’inizio degli anni ’80, affiancando la ricerca sul nucleare a quella sulle energie alternative e sull’impatto ambientale della produzione energetica. Dopo l’incidente di Chernobyl il referendum del 1987 ha bloccato la produzione di energia nucleare in Italia, ma in questi 23 anni la ricerca sul nucleare in Italia non si è mai fermata e, nella Casaccia come in molte università e aziende italiane, molti esperti hanno continuato a lavorare in questo campo, anche a livello internazionale.


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