Quando tua figlia, che è ancora una bambina, trascorre una domenica via con alcune compagne di classe, anche se accompagnate dai genitori di una di esse. Esce la mattina presto con zaino e scarponcini da trekking per raccogliere castagne, resta fuori a pranzo e non rientra prima di sera. Ecco, se sei ancora alle prime armi con questo tipo di distanze puoi fare finta di essere il papà di una ragazza più grande e prepararti alle grandi assenze, quelle si misurano su spazi più ampi, proporzionati alle età e alle esperienze, persone una volta strette tra loro e ora raggiungibili solo con un numero di telefono che nessuno comporrà mai, attese che si consumano via via con sempre maggiore assuefazione nelle stagioni irrimediabilmente inoltrate. Poi con quel mal di stomaco che ti prende per le vertigini di dover aspettare un tempo indefinito, al tramonto è meglio rientrare in sé e rientrare tutti a casa, evitare questo tipo giochi di ruolo che già la vita è fitta di simulazioni. Siamo ancora giovani, altri sono ancora piccoli, siamo ancora tutti legati e reciprocamente necessari.
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