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Provenza mon amour: il nostro tour della Provenza

Creato il 18 novembre 2015 da Viaggimarilore

Vi è mai capitato di ammirare un paesaggio dipinto e di trovarlo talmente bello da provare il desiderio di saltarvi dentro, un po’ come Mary Poppins? A me capita molto spesso, le pitture di paesaggio mi fanno proprio quest’effetto, mi mettono addosso la curiosità di voler scoprire cosa c’è in fondo a quella strada che va dietro la collina, cosa si nasconde nel bosco, cosa c’è oltre la montagna, e via di seguito. Più il paesaggio del dipinto è realistico, più mi viene voglia di tuffarmici dentro. Così, ora che sono tornata da poco dalla Provenza, risistemando le foto ho visto questa, e mi sono fermata un secondo.

provenzamonamour

Ho scattato questa foto alla vetrina di un atelier di Avignone. Ho scelto questa, ma avrei potuto fotografarne molte altre, perché in Provenza è pieno di piccole gallerie e di ateliers dove i pittori espongono, per venderli, i loro dipinti. Spesso si tratta di paesaggi, paesaggi provenzali, eseguiti con lo scopo di regalare un ricordo suggestivo a chi è ora in Provenza e, una volta tornato a casa vorrà rivedere quei luoghi con aria sognante…

I ricordi, si sa, sono nebulosi, i dettagli piano piano scompaiono e presto dimentichiamo, a meno che non riguardiamo le nostre foto, la maestosità di certe cattedrali, il cielo minaccioso che ci accompagnava durante il percorso, l’ordine preciso dei filari di vite e i sassi nel terreno. Dimentichiamo certe distese di olivi e i tetti rossi delle case, non ricordiamo se un vicolo che abbiamo percorso è in salita o in discesa e dove porta, non riusciamo a riabbracciare con lo sguardo l’intero panorama sul mare che si vede dalla sommità del monte.

Ho scelto quest’immagine, a mio parere significativa, per segnare qui l’intero itinerario del nostro tour della Provenza 2015. L’abbiamo percorso a fine settembre/inizio di ottobre, costruendolo giorno per giorno, senza aver preventivato nulla all’inizio, senza sapere neanche quando saremmo rientrati. Solo la pioggia avrebbe potuto farci tornare indietro e così è stato: il giorno dopo il nostro rientro in Italia, infatti, è avvenuta l’alluvione a Cannes; noi fino al giorno prima percorrevamo quei territori…

Ecco dunque il nostro itinerario, raccontato brevemente giorno per giorno, con la speranza che possa incuriosirvi o darvi qualche stimolo e qualche suggestione:

  1. Varchiamo il confine in mattinata e giungiamo nel Principato di Monaco, prima imprescindibile tappa del nostro percorso. Parcheggiamo a Montecarlo nel centralissimo parcheggio sotterraneo antistante il Casino. Da qui ci muoviamo a piedi, percorrendo tutta la passeggiata che scende verso il porto, il porto stesso e risaliamo lungo un sentiero che porta all’ingresso della città vecchia di Monaco, a lato del castello dei principi Grimaldi. Varchiamo l’arco di accesso e ci troviamo davanti il castello e la piazza antistante da cui si dipartono i vicoletti del borgo. Giungiamo sul lato opposto del promontorio, dove ampi giardini filtrano la vista sul mare, dopodiché ridiscendiamo e percorriamo a ritroso il percorso verso la macchina, soffermandoci, di tanto in tanto, ad ammirare il panorama, che è tutto particolare: il porto turistico i palazzi e i grattacieli e la città che si arrampica lungo la montagna che incombe alle spalle.
    • Ripartiamo e ci rechiamo a Eze Village, piccolo village perché nell’entroterra di Monaco, noto per la fabbrica dei profumi Fragonard e soprattutto per essere un bellissimo borgo medievale arroccato, caratterizzato da vicoletti e case in pietra. Il borgo (di cui ho già diffusamente parlato qui) ospita botteghe carinissime di artigianato vario, e due resorts da favola (in uno dei quali, Château Eza, ho avuto in passato il privilegio di poter dormire e pranzare). In cima alla collina si trova un orto botanico e i pochi resti del castello, punto panoramico davvero mozzafiato.
    • Riprendiamo poi la via per Cannes. Qui parcheggiamo accanto al Palazzo del Festival del Cinema. Facciamo una passeggiata sul mare fino al porticciolo e a salire alla città vecchia, il Suquet, dove visitiamo la bella chiesa fortificata (nella quale gli ex-voto sono dei piccoli velieri appesi al soffitto di una cappella laterale) e facciamo un giro nei vicoli su cui affacciano ristorantini piuttosto pretenziosi. Ancora un giro nella città bassa e sulla Croisette, passando davanti ai meravigliosi Grand Hotel, dai quali escono maggiordomi in livrea e auto di lusso. Per la notte troviamo su Booking.com un Ibis Budget Hotel a Saint-Maximin-la Sainte-Baume, nostra prima tappa di domani. E fu sera e fu mattina, il primo giorno.
  2. A Saint-Maximin-la-Sainte-Baume visitiamo la splendida cattedrale gotica. Non solo è un gioiello di architettura medievale, ma accoglie le spoglie, meglio le reliquie, di Santa Maria Maddalena che leggenda vuole abbia trascorso gli ultimi anni della sua vita in eremitaggio in una grotta nei dintorni (la Sainte-Baume). Nella chiesa si trova anche una splendida pala d’altare che narra le storie di Cristo e merita un’ammirata osservazione il Coro, in legno mirabilmente lavorato. La cripta, piccolissima, con i suoi sarcofagi scolpiti a bassorilievo di età romana ha un che di arcano. Il borgo di Saint-Maximin-la-Sainte-Baume è un tranquillo e assolato paesello che sorge intorno alla chiesa: 3 strade parallele con negozi e bar scendono dalla cattedrale fino ad un’altra piazza. Questo è il centro, né più né meno. Accanto alla chiesa si trova il palazzo del comune che sorge all’interno di un monastero che era affiancato alla chiesa e del quale è visitabile gratuitamente il bel chiostro, oggi sede dell’ufficio turistico e di un hotel di lusso.
    • Nel primo pomeriggio ci spostiamo ad Avignone. Qui facciamo un giro per il centro, ci imbattiamo in un mercatino dell’antiquariato in Place Saint-Jean-le-Vieux, quindi proseguiamo ed incontriamo la bizzarra chiesa gotica di Saint Pierre, a sole due navate delle quali la seconda aggiunta solo nel XIX secolo. Da qui al Palazzo dei Papi il tragitto è veramente breve. Arriviamo alle spalle del palazzo, sbuchiamo sulla piazza assolata ed entriamo. La visita al Palais des Papes dura 3 ore circa, ma ci vogliono tutte per poter apprezzare l’intero edificio e i panorami che si vedono dall’alto della sua torre. Facciamo una passeggiata piacevole ai Jardins des Doms: un parco pubblico panoramico, che un tempo ospitò il primo nucleo insediativo degli abitanti della zona, in posizione sopraelevata sul Rodano che scorre sopra di noi, ed un primitivo castello del quale rimane quasi solo il ricordo. Oggi c’è un piacevole laghetto con le papere e una bella vista sul resto della città. Concludiamo la serata cenando nella centralissima Place de l’Horloge in uno a scelta tra i numerosi ristorantini assolutamente turistici, dopodiché facciamo un giro sulla piazza del Palazzo dei Papi e fino ad uscire dalle mura a vedere il Pont d’Avignon al chiaro di luna. E vi dirò che anche la sera questo luogo ha il suo fascino. Dormiamo in una bettola, è il caso di dirlo, nella centrale Rue Jean Jaurés, accanto al Teatro dell’Opera. Hotel Alizea, sconsigliato.
  3. A metà mattina lasciamo Avignone per andare a Châteauneuf-du-Pape, residenza estiva dei papi durante il periodo avignonese, ma soprattutto luogo di produzione di una serie di vini, tra cui il pregiatissimo Châteauneuf-du-Pape, per l’appunto, e i vini che vanno sotto il nome di Côtes-du-Rhône. Ci attira il paesaggio, dolce e “pettinato” a vigne, e ci interessa fare qualche assaggio (e perché no, qualche acquisto). Il borgo è pieno di cantine tra le quali scegliere e inoltre, all’inizio del paese, c’è il museo del vino, Musée du vin Brotte, che poi non è altro che una tra le tante cantine sociali che però offre ai potenziali clienti la possibilità di scoprire la storia della produzione vinicola nella zona, dalle caratteristiche del terreno e di quello che i francesi chiamano “terroir” sino ai macchinari più moderni. Troviamo poi, sulla via del ritorno, un castello in mezzo ai vigneti che si presta quale set fotografico di tutto rispetto: non è il castello dei papi, quello è ormai diroccato, ma è semplicemente un ristorante che gode di una location splendida, il luogo in cui chiunque di noi vorrebbe abitare.
    • Inebriati dal vino, andiamo, percorrendo la strada provinciale, a Gordes, set del film “Un’ottima annata”. Qui visitiamo il castello all’ingresso del borgo, nel quale ci colpisce il bellissimo camino scolpito (un camino che prende tutta la parete, mica roba da poco!) e facciamo un giro per i vicoli in salita e in discesa, soffermandoci ad ammirare un panorama che spazia sulle colline circostanti per km e km. Il borgo è molto caratteristico, ma la cosa più bella è il panorama che regala a chi vi arriva: un paese abbarbicato alla sua altura, baciato dal sole e circondato da oliveti. Ripartiamo alla volta di Aix-en-Provence, dove arriviamo in serata, dopo aver percorso nuovamente un tratto di strada nella campagna prima di prendere l’autostrada. Alloggiamo fuori Aix, in un sobborgo in un residence molto valido, a dispetto delle apparenze, Le Clos de Celony.
  4. Ci dedichiamo all’esplorazione di Aix-en-Provence; ci colpiscono i mercati che si aprono non appena una piazza o una strada più larga lo consentono, ci colpiscono le vie strette popolate di negozietti e di bistrot, ci colpisce l’aria sonnolenta e al tempo stesso vivace (oddio, com’è possibile?) della città. Percorriamo disordinatamente il centro, facendoci guidare a caso dai nostri passi, raggiungendo comunque la cattedrale gotica di Saint-Saveur. Chi è interessato può seguire qui i percorsi del pittore Cézanne, se proprio si vuole un itinerario. Noi invece abbiamo preferito andare a caso.
    • Nel primo pomeriggio ci mettiamo in marcia. Vorremmo raggiungere in serata Saint-Tropez, per questo percorriamo la Plaine des Maures che dall’autostrada ci porta verso il mare. Qui facciamo tappa, del tutto inaspettata, a La Garde-Freinet, in tutto simile ad un borgo di montagna, individuiamo un hotel ma decidiamo di proseguire, hai visto mai che più verso il mare troviamo qualcosa. Troviamo un borgo anche più bello, Grimaud, dove però l’unico hotel è chiuso. Dall’alto del castello di Grimaud individuiamo il mare e Saint-Tropez, ma è tardi ormai per poter scendere fin laggiù. E passiamo la serata splendidamente a La Garde-Freinet cenando al ristorante Le Carnotzet e dormendo al Fraxinois.
  5. La sveglia ci accoglie con una pioggia torrenziale. Arriviamo a Saint-Tropez sotto un vero nubifragio che non ci fa godere appieno la visita al borgo, un borgo che gravita su un bel porticciolo e che ha, come tutte le località di mare viste fin qui, un centro storico fatto di vicoli e strade strette su cui affacciano negozi. La differenza tra Saint-Tropez e il Suquet di Cannes o la città alta di Monaco è che qui i negozietti sono boutiques di alta moda perché, ricordiamoci, Saint Tropez è ancora oggi una meta del turismo di lusso.
    • La pioggia battente non ci consente di fare altro e ci avviamo verso il confine con l’Italia. Una tregua nella forza della pioggia ci invoglia però ad un ultimo guizzo: usciamo a Mentone, città di confine; attraversiamo la parte pedonale e percorriamo gli splendidi vicoli del centro storico, la città alta dalla quale si domina la vista sul porto e sul promontorio ormai italiano; Mentone è in tutto e per tutto un borgo di mare ligure, e in effetti la Storia ci insegna che se non fosse stato per Cavour e per gli accordi presi con la Francia durante la II Guerra di Indipendenza italiana a metà ‘800, Mentone sarebbe ancora in Italia. Il nostro itinerario termina dunque con Mentone dopodiché, sotto la pioggia, rientriamo in Italia.

Questo è stato il nostro itinerario in Provenza. Vi piace? E voi cos’altro avreste voluto fare o vedere in un vostro giro in Provenza? C’è qualche meta particolare che vi ispira o di cui siete innamorati? Scrivetelo nei commenti!


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