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Proverbio

Creato il 07 dicembre 2011 da Renzomazzetti
Volante.
Volante.

Buon re, tu dimostri quanto è vero il proverbio: quando il favore del Cielo ti lascia ti trovi esposto al sole cocente. Sorgi, faro di questo basso mondo, così che col confronto dei tuoi raggi io possa leggere questa lettera. Quasi nessuno vede più mira tranne. So che l’ha inviata Cordelia la quale ha ricevuto fortunosamente notizia del mio travestimento e troverà tempo in questa situazione abnorme, di cercare di rimediare alle perdite. Occhi miei stanchi e troppo a lungo insonni, cogliete l’occasione di non vedere più questa mia residenza ignominiosa. Buonanotte, fortuna; torna ancora a sorridere; gira la ruota.

Mio signore, quando, appena arrivato presso di loro, stavo consegnando le lettere di Vostra Altezza, prima ancora che levassi il ginocchio dal luogo ove, secondo il mio dovere, m’ero inchinato per porgerle, ecco che arriva un corriere inzuppato di sudore, fetente, senza fiato, che si mette a gracchiare convenevoli da parte della sua signora Gonerill, e fra un rantolo e l’altro consegna certe lettere, che quelli si precipitano a leggere e poi, in fretta e furia, chiamano la servitù, si mettono a cavallo e mi comandano di tener loro dietro, in attesa di risposta, e mi guardano in cagnesco. Dopo, incontrando qui l’altro corriere, quello la cui venuta aveva avvelenato la mia accoglienza, e che, fra l’altro, era proprio colui che qualche giorno era stato insolente verso L’altezza Vostra, fa io, cedendo all’impulso anziché al senno, ho sguainato la spada. Quello, con strilli pavidi ed acuti, sveglia tutta la casa. Vostra figlia e il marito hanno considerato la mia colpa degna della vergogna che ora patisco. (Meditazione su frammenti di Kent in Re Lear di William Shakespeare).

U M A N I T A’

La massa misera

ha finito di mendicare

e più non può cadere

nell’oscurità della notte.

Lo sconforto medita

nelle infinite forme

cerca di essere ricomposto

e assume aspetti diversi

tutti esclusi e ripugnanti.

E l’umanità si evolve

e nell’aria il profumo del sapere

cerca la sorella, il fratello, l’uguale;

e il fratello cerca il fratello

e la sorella cerca la sorella,

sul vecchio, secco e spento,

s’innesta fiero il germoglio

anteriore all’apparir da lontano

diventa ora in tutto l’immediato

non più novella speranza

per gli innocenti animi

nell’avvenire arride e avanza.

-Renzo  Mazzetti-


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