Province, oggi la votazione finale
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Il ddl di Delrio sull’abolizione della province non è di certo ben apprezzato da tutti, viste le difficoltà di ieri: in Commissione la maggioranza e il Governo ha avuto dei problemi per due volte, la prima quando è stata approvata una proposta di SEL (quindi dall’opposizione) di ridare il controllo degli edifici scolastici alle province, la seconda invece è stata la bocciatura di un emendamento del Partito Democratico, il quale prevedeva di porre un tetto massimo alla retribuzione per i Presidenti regionali. La colpa di questo è stata per lo più di Mauro, che essenso assente non ha potuto votare, e in Senato (anche per la Commissione) il voto vale come contrario.
Oggi invece la giornata inizia presto per Palazzo Madama, a cui viene chiesto di porre la fiducia sul ddl, mentre Renzi su Twitter ricorda che attraverso l’approvazione di questo decreto, gli italiani non dovranno più pagare lo stipendio a circa tremila politici. Il voto è previsto per le ore 19, e l’approvazione non è del tutto scontata: oltre al rifiuto di votare a favore di Forza Italia, SEL e Movimento Cinque Stelle, anche il partito “Per L’Italia” ha al suo interno dei membri che hanno dichiarato di astenersi, mentre altri voteranno il No.
Il Presidente del Consiglio sia ieri che oggi ha tentato di convincere gli italiani di fare la cosa giusta, in quanto ridurre le province porterà un grande risparmio allo Stato, e quindi anche ai cittadini, ma è anche l’inizio del piano per ridare fiducia e speranza agli italiani, che hanno perso queste due caratteristiche nei riguardi della politica. Inoltre, se il ddl passerà, tutto l’organico delle province continuerà il suo lavoro fino al 31 dicembre del 2014, ma a titolo gratuito. Dal 2015, invece, la giunta sarà eletta da un organo apposito, ma comunque senza alcun stipendio mensile.
Per il momento, continuano le intenzioni di voto a Palazzo Madama, in serata si conoscerà il verdetto finale.
di Alessandro Bovo
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