Siamo abituati anche sugli smartphone a videogiochi che premiano la spettacolarità della grafica o la particolarità del gameplay ma un errore comune per chi bazzica negli store è quello di non intuire l'idea che sta dietro a un videogioco, di non premiare a volte il coraggio con cui quell'idea è stata portata avanti. Ad esempio consideriamo Prune.
Prune è stato sviluppato da una piccola software house che oltre a dimostrare una bravura eccezionale nella gestione della pixel art ha messo in gioco anche una buona dose di coraggio.
Andiando per ordine, Prune è un gioco nel quale dobbiamo coltivare dei bonsai guidando la crescita dei rami verso la fonte luminosa presente nei vari livelli: audio, grafica e gameplay sono asserviti al totale rilassamento che deriva dal concedersi qualche minuto di pace con un gioco che non è mai frenetico.
La scommessa di Prune, e il coraggio di chi lo ha sviluppato, sono racchiuse nel sistema di monetizzazazione che non prevede la rognosa modalità free-to-play ma una classica buy and play. Lo compriamo e ci giochiamo. Tutto qui.
Pensate che Prune abbia venduto poco? Che sia stato un fiasco? Niente di tutto questo: Prune ha venuto più di 100.000 copie in appena due mesi, ha sbancato l'App Store di Apple e presto verrà pubblicato anche nel Play Store di Android.
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