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Pseudo-giornalismo televisivo e la mannaia di Pier Silvio dopo le proteste del Moige. Ma non basta: a quando lo stop definitivo al palinsesto dell’Italia-attovagliata?

Creato il 25 gennaio 2014 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

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logodi Rina Brundu. Ecchessaramai? Per una volta ho deciso che lo faccio. Che anche la vita di noi giornalisti online è piena di verità scomode con la differenza che non abbiamo padrini che santifichino le nostre cause. Perse. Ma, dicevo, ho deciso che lo faccio e scrivo che mi piace lo stile di Pier Silvio Berlusconi (ho gradito un po’ meno gli occhiali stile Enrico La Talpa indossati per l’udienza dei vertici Mediaset in Vaticano, immagino però che non si possa avere tutto). Mi piace soprattutto la mannaia stile ti-spiezzo-o-collo fatta cadere pochi giorni or sono sul programma “Domenica Live” di Barbara D’Urso dopo le proteste del Moige,  il Movimento italiano genitori.

Il rimprovero vero che può essere portato alla dirigenza Mediaset è di essersi mossa troppo tardi. In realtà, lo squallore di dato pseudo-giornalismo televisivo – fatto “grande” a suon di servizi a sfondo erotico-sessuale che farebbero impallidire i redattori di Playboy – è un problema datato che riguarda anche la RAI. Soprattutto la RAI che però – pur propinandoci una programmazione scandalosa quasi a tutte le ore – non si fa problemi a chiederci un pagamento del canone anche quando viviamo all’estero: insomma, cornuti e mazziati!

Da anni – come i tanti a queste latitudini – ho costruito il mio particolarissimo palinsesto autogestito con l’ausilio di dvd per la visione dei film e di video online per quasi tutto il resto di ciò che mi interessa seguire (è straordinario, per esempio, il video-laboratorio scientifico che mette a disposizione YouTube e consiglio ai tanti di provarlo!); vero è però che mi piace ancora seguire i telegiornali italiani o i programmi di approfondimento via satellite. Resto pertanto meravigliata di come – nell’attesa di questa programmazione – l’incauto spettatore venga angustiato, tormentato, oppresso, angosciato con reiterate immagini di preparazione di “piatti” prelibati e unti, confezionati da cuochi grassotelli (non mi stupisce!), con l’ausilio di presentatrici sguaiate e chiassose. Per non parlare poi dell’onnipresente pubblicità alle cosiddette “ficssion”, i cui turpi dialoghi e script inconsistenti e inesistenti sarebbero sufficienti a generare incubi nell’immenso Aaron Sorkin per almeno sette vite.

Per quanto mi riguarda, infatti, il realm della pseudo-programmazione e/o del pseudo-giornalismo tv non è confinato alle trasmissioni condite di soft-porn della D’Urso, ma riguarda indistintamente tutti i programmi che dipingono un’Italia-attovagliata, come direbbe D’Agostino, nutrita a suon di quiz e quizzetti che attivano un neurone per volta e di canzonette nazional-popolari che annientano qualsiasi possibilità di crescita personale e collettiva a tutto tondo. A quando dunque una sostituzione (for good) dei programmi dell’italietta piaciona, aneuronica e satolla con altrettanti programmi di approfondimento scientifico e culturale? Ad Kalendas graecas? Il dubbio mi assilla.

Featured image, il logo del Moige.

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