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Pseudobiblia: De Vermis Mysteriis

Creato il 28 maggio 2011 da Mcnab75
Pseudobiblia: De Vermis Mysteriis

Il tema degli pseudobiblia è sempre uno di quelli che più affascinano gli appassionati di libri. Per chi non lo sapesse si tratta di volumi immaginari, ma citati come veri. Il termine fu utilizzato la prima volta da Lyon Sprague de Camp nel 1947, ma in realtà si riferisce a un inside joke che viene utilizzato da secoli.

Se l'argomento vi interessa, trovate la pagina su Wikipedia che li elenca in ordine sparso. Non c'è alcun approfondimento, ma è un buon punto di partenza per eventuali indagini.

Come senz'altro saprete lo pseudobiblium più famoso è probabilmente il Necronomicon di H.P.Lovecraft, di cui sono state scritte migliaia di pagine, tra racconti, saggi, omaggi. Quindi non aggiungerò nulla in materia: tutto sarebbe superfluo (per esempio sarebbe inutile dirvi che ho sullo scaffale di casa il finto Necronomicon pubblicato a metà anni '90 dalla Fanucci).

 

In realtà HPL e i suoi colleghi dell'epoca hanno inventato molti altri pseudobiblia, citati in diversi racconti collegati in qualche modo al ciclo dei Grandi Antichi. Gli appassionati li conosceranno senz'altro, i profani un po' meno. Esaminiamoli un po' per volta.

 

C'è per esempio il De Vermis Mysteriis.

 

È il 1935 quando sulla storica rivista Weird Tales appare il racconto Il divoratore giunto dalle stelle, a firma di quel Robert Bloch che in seguito divenne famoso per il romanzo Psycho. Nel racconto, dedicato niente di meno che a H.P. Lovecraft, uno scrittore decide di cercare copie preziose di libri sull'occulto (occasione irresistible per citare il titolo creato dal collega dell'autore: il Necronomicon di Lovecraft!). Nelle parole del protagonista, «In un piccolo negozio della South Dearborn Street, fra scaffali ammuffiti, apparentemente dimenticati dal tempo, [...] c'era un grosso volume nero con la copertina intarsiata di metallo. Su di esso, incisa a mano, figurava la scritta De Vermis Mysteriis, I Misteri del Verme». Questa è la prima comparsa dello pseudobiblion inventato da Bloch.

Il protagonista del racconto, ben felice della preziosa scoperta, ci regala qualche informazione sul misterioso tomo: «Ne era stato autore Ludvig Prinn, che era poi perito sul rogo per decreto degli inquisitori, a Bruxelles, quando i processi per stregoneria erano al culmine». Questo fantomatico Prinn, durante la sua prigionia in Siria, venne a contatto con maghi e stregoni del luogo ed acquisì conoscenze "proibite": «In prigione, mentre aspettava il processo, egli tracciò le innumerevoli, morbose righe, brulicanti di allusivi orrori del De Vermis Mysteriis».

Il libro, scritto in Latino, è ovviamente un oggetto molto pericoloso da maneggiare, contente conoscenze occulte che forse sarebbe meglio lasciare nel dimenticatoio.

 

Ovviamente Lovecraft fu ben lieto di questo omaggio, tanto che riutilizzò a sua volta il De Vermis Mysteriis nel racconto L'abitatore del buio. Il pericoloso libro verrà poi citato più e più volte in altre opere di colleghi e amici dei due. L'ultima comparsa in grande stile del tomo del Prinn è nel racconto Jerusalem's Lot, di Stephen King: «Un librone stava aperto sul leggio, scritto a un tempo in latino e in rune illeggibili che, al mio occhio non esercitato, apparivano druidiche o preceltiche. [...] Chiusi il libro e guardai le parole impresse nel cuoio: De Vermis Mysteriis. Il mio latino è arrugginito, ma utile quanto basta per tradurre: I Misteri del Verme»


Pseudobiblia: De Vermis Mysteriis

 

Fonti:

 

Wikipedia

http://www.ilgerone.net/


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