Il modello Simonton prevede che il paziente venga aiutato a rafforzare le proprie convinzioni circa l’efficacia delle cure mediche e le potenzialità del proprio sistema immunitario. Vediamolo nel dettaglio.
- E’ importante che il soggetto si renda conto della propria compartecipazione all’insorgere della patologia. A tal proposito gli viene chiesto di indicare gli eventi stressanti accorsi da 6 a 18 mesi prima della diagnosi. Questa richiesta non serve a trovare un colpevole bensì i comportamenti da modificare per vivere una vita migliore.
- Il paziente rintraccia gli aspetti positivi della malattia. E’ difficile pensare che il cancro possa procurare dei benefici ma esso obbliga comunque il paziente a fermarsi e concede la possibilità di fare cose prima impensabili, come esprimere determinate emozioni o sottrarsi ad eventi molto stressanti della vita quotidiana. Portare il paziente a riflettere su questo significa permettergli di imparare a soddisfare diversamente alcuni bisogni, senza l’ausilio della malattia.
- Si insegnano al paziente alcune tecniche di rilassamento al fine di utilizzare alcune immagini mentali. Queste ultime saranno tanto più efficaci se contempleranno questi aspetti:
- le cellule cancerose sono deboli e confuse;
- la cura è potente;
- le cellule sane possono riparare eventuali danni causati dalle cure mediche;
- il sistema immunitario può annientare le cellule cancerose;
- le cellule cancerose sono eliminate dal nostro organismo in modo assolutamente naturale.L’immagine mentale è la rappresentazione di ciò che il paziente vuole che accada. Ripetendola più volte la persona giunge ad attendersi che un certo evento accada veramente e mette in atto atteggiamenti coerenti con il raggiungimento dell’esito sperato. Sintetizzando dunque, grazie al rilassamento il paziente riduce gli effetti nocivi dello stress sul proprio organismo e con le immagini mentali crea convinzioni positive che attivano il sistema immunitario. - Il paziente impara a superare il risentimento: infatti, trattenere i sentimenti negativi sottopone l’organismo ad ulteriore stress. L’individuo rivaluta il proprio ruolo all’interno di un episodio che ha generato risentimento e si permette finalmente di perdonare, alleviando così il proprio disagio.
- Il paziente si pone nuovi obiettivi per il futuro. Per sottolineare l’importanza di questa fase credo siano eloquenti le dirette parole di Simonton: “La volontà di vivere è più forte se vi è qualcosa per cui vivere” (Simonton, 2005).
- Si invita il paziente ad alimentarsi in modo sano e a praticare attività fisica per sentirsi partecipe della propria guarigione.
- Il malato oncologico viene invitato ad affrontare il timore della ricaduta e della morte. Ovviamente il programma Simonton non garantisce la guarigione ma evidenzia come un cambiamento psicologico possa permettere di riacquistare la salute o affrontare più serenamente la morte qualora si decida di interrompere la propria “battaglia”. Aprire una discussione sulla morte permette al paziente di riprendersi il diritto di optare per essa e sentirsi compreso in questa sua decisione.
- I familiari del paziente vengono sostenuti ed aiutati a sviluppare una comunicazione aperta, efficace e confortante. Si incoraggia dunque l’espressione dei sentimenti di ognuno e si insegna a sostenere il malato senza viziarlo. Il paziente infatti è in grado di prendere le sue decisioni e gli va lasciata la responsabilità della sua salute.Fonte: Ritorno alla salute, tecniche di auto-aiuto che favoriscono la guarigione – O. C. Simonton, S. Simonton, J. L. Creighton – 2005 Edizioni Amrita.