Magazine Diario personale
Ho risposto sbrigativamente: “Non lo so, io non lo tengo mai nella tasca dei pantaloni che poi me lo rubano.”Poi in questi due giorni ho riflettuto il giusto su questa mia affermazione. Effettivamente, soprattutto d’inverno, tengo sempre il portafogli nella tasca interna del giubbotto, al riparo da malintenzionate mani altrui. Quando non ho addosso qualcosa con le tasche, a volte utilizzo il marsupio.Però ci sono le volte che il portafogli lo metto nella tasca posteriore dei pantaloni. In situazioni affollate, per non dover star troppo concentrato in allerta antifurto, me lo ficco in una tasca anteriore, e attivo i recettori testicolari di variazione di pressione.
Ma insomma, ci sono le volte che me lo intasco dietro.Allora ho fatto delle prove in questi giorni.I test effettuati dimostrano che, se voglio farlo apposta o se ho qualche impedimento casuale alla tasca destra (magari già impegnata), il portafogli può anche darsi che finisca nella tasca sinistra. Il risultato di ripetuti tentativi è però a schiacciante favore della tasca destra.Io sono mancino, ma il portafogli lo intasco a destra.Ho pure applicato il metodo Colombo-Fletcher, ovvero ho simulato l’operazione principe che precede l’infilata del portafogli in tasca. Lo tengo in mano nella sinistra, lo apro, estraggo il contante, pago, metto via il resto, il tutto con la destra, chiudo il portafogli. A questo punto però tendo a passarlo alla mano destra, che puntualmente, con consumato automatismo, lo consegna alla corrispondente chiappa.Quindi c’era da capire ‘sta faccenda dell’infilata nella tasca destra.A questo punto sono ricorso a un altro metodo, l’Elias Canetti, facendo tesoro del trattato di psicanalisi La lingua salvata. E sono andato a ritroso nel tempo, fino al momento in cui penso di aver scovato la soluzione.Quando avevo circa dodici anni, mio zio iniziò a portarmi in giro come suo gregario in bici da corsa. Ovviamente avevo la mia piccola divisa, scapette da ciclista, pantaloni con rinforzo in pelle di daino per non martoriarmi troppo le palle, maglietta da ciclista.Appena presa confidenza, specialmente in campagna, iniziai a fare le mie escursioni in solitaria, io e la bicicletta e basta.A dodici anni io ero già mancino, e le prime esperienze d’estrazione da tasca posteriore le feci proprio andando in bici da corsa. Per chi non lo sapesse, la maglia da ciclista è caratterizzata da tre tasche posteriori a fine schiena, dove il ciclista ripone:fotocopie di cartine stradali per vedere dove ti trovi quando grazie a dio non si sapeva ancora cosa fossero cellulari o tom tomportafoglieventuale mastice e palmer di riserva al palmer di riserva sotto il sellino se si teme particolarmente la sfiga foratoriavarie tipologie di caramelle energeticheDicevo che ero mancino, quindi per stabilizzare meglio il controllo del manubrio, specialmente in discesa, io usavo la mano sinistra sul manubrio e con la destra facevo il resto:sistemazione di sollievo alle palle complessate sotto il sellinomanovre alle levette dei cambi sulla canna del telaiopresa della sacra borraccia, abbeverata e riponimento della sacra borracciaE poi si andava dietro:estrazione della cartinapresa della caramellapassata di mano sulla fronteTutto con la mano destra, mentre la sinistra teneva il manubrio.Lo stesso accadeva dovendo pagare panino e bibita a metà tappa, al bar, per ristorarmi prima di intraprendere la via del ritorno: estraevo con la destra.Ripetete questa procedura varie volte, per varie uscite in bici, per vari mesi, per svariati anni, in un’età sensibile alla plasmabilità dei circuiti neuronali come era la mia, con un’emotività d’imprinting così forte come un’uscita in bici da corsa. Avrete come risultato che la mano destra acquisirà la lateralità dominante per specifici automatismi motori.Ed ecco (forse) spiegato perché io il portafogli me lo metto in tasca a destra, pur essendo mancino.Ora che ci penso (l’ho appena fatto mentre sto qua seduto a scrivere) anche le palle continuo a sistemarmele con la destra.Che è poi anche la stessa mano con la quale vi do la mano.Ehm, quest'ultima considerazione fate conto di non averla letta.
K.
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