A Pesaro, come in altre città d’Italia, sono presenti professionisti psicologi o psicoterapeuti* di orientamenti diversi. Ognuno di loro ha frequentato corsi di perfezionamento o scuole di specializzazione che insegnano metodi e tecniche per lavorare in un determinato settore o per applicare uno specifico modello teorico.
Per questo esistono psicologi per i disturbi dell’apprendimento, dello sport, giuridici, scolastici, etc. mentre esistono psicoterapeuti di tipo psicodinamico, cognitivo-comportamentale, sistemico-relazionale, bioenergetico, etc. Inoltre, psicologi e psicoterapeuti, possono aver frequentato più di un corso e/o scuola e quindi avere più titoli riconosciuti.
Orientarsi nella scelta non è sempre facile. Di norma, il titolo di psicologo è sufficiente per ogni tipo di diagnosi, consulenza e sostegno psicologico mentre quello di psicoterapeuta è necessario per impegnarsi in una vera e propria terapia ma per una scelta più mirata occorre conoscere titoli e orientamenti del professionista.
Per lo psicologo, tendenzialmente, il titolo stesso contiene il settore specifico di cui si occupa. Per esempio lo Psicologo dei disturbi dell’apprendimento si occuperà, oltre al resto delle sue funzioni, d’interventi su bambini o giovani che manifestano problematiche di lettura, scrittura, calcolo, etc. Lo psicologo dello sport, della preparazione sportiva, della motivazione, dei blocchi nelle gare agonistiche, etc. e così di seguito per gli altri settori.
Per lo psicoterapeuta il titolo non è sempre di aiuto perché esso è legato alla scuola da cui deriva e ai suoi fondamenti teorici, conosciuti quasi esclusivamente da chi opera nel settore. Perciò come può un utente capire quale di questi orientamenti è più adatto a risolvere il suo disagio? Oppure come può comprendere se l’orientamento del terapeuta che ha selezionato è conforme alla sua personalità?
Conoscere ogni modello teorico è complesso e non auspicabile mentre è opportuno che la persona, una volta individuato il professionista, si confronti apertamente con lui in un colloquio di conoscenza.
Il terapeuta, che ha ascoltato il tipo di disagio e la sua storia, può giudicare se il suo orientamento è adeguato per uno specifico intervento di quel problema in caso contrario, deve inviare la persona ad un collega che utilizzi metodi più mirati. L’utente, da parte sua, può chiedere al terapeuta di spiegargli tecniche e metodi utilizzati per capire se queste rispettano la sua personalità, le aspettative e gli obiettivi che intende raggiungere.
Il primo colloquio permette, dunque, un’iniziale conoscenza e aiuta a orientare la scelta della persona.
*Per conoscere differenze e analogie tra la professione di Psicologo e quella di Psicoterapeuta leggi l’articolo “Psicologi a Pesaro. Professionisti a confronto”
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Dott.ssa Manganiello - Pesaro
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