Psicologia della moda: siamo consapevoli dei vestiti che indossiamo?

Da Susanna Murray

Photograph by Charles Engman for Bloomberg Businessweek


Eccomi di ritorno dalle ferie!
Diciamo che sono già tornata a lavoro da 10 giorni, ma avevo molti sospesi ( soprattutto con la posta!).
Ripartiamo con molte idee e spero qualche novità "live", cioè fuori dal web, in quel di Pesaro..ma per ora non vi anticipo niente.
Prima però volevo lasciare un breve avviso alle tante ragazze, studentesse e giovani colleghe che mi hanno scritto ultimamente per avere informazioni per come diventare psicologo della moda e avere un po' d'informazioni: cerco di rispondere a tutte, ma prometto che presto pubblicherò un post dedicato a voi e vi spiegherò la mia esperienza, sperando di dare qualche dritta e risposte più esaustive.
Con l'arrivo dell'autunno riprenderò a parlare dei temi a me cari come: immagine, corpo femminile, disordini alimentari, autostima e psicologia della moda.
Quest'ultimo argomento è ormai richiestissimo e infatti oggi vi propongo un post su questo tema, per riaprire il blog dopo le ferie.

Questa immagine ha fatto il giro del mondo: una donna  viene allontanata con i lacrimogeni durante le proteste ad Istanbul.
Karen Pine, psicologa britannica che insegna psicologia della moda presso l'Università di Istanbul, ha scritto recentemente un post molto interessante sull'analisi di questa foto.
La Pine, sottolineando come per buona parte degli psicologi della moda questa immagine suscita diversi spunti di analisi,  dice :" Non è solo una donna in un vestito. E 'una donna in un vestito rosso. E con una borsa a tracolla bianca. Questo abbinamento non può non ricordare i colori della bandiera turca. "
La dottoressa Pine chiarisce come se la donna avesse indossato un abito blu, o una t-shirt con i jeans, questa immagine non sarebbe stata così potente ( l'articolo originale lo trovate qui What that 'red dress' symbolises: The psychology of fashion. ).

Ma chi decide d'indossare un certo abbigliamento è sempre consapevole fino a questo punto?

"La scelta di un abito è modellato da forze inconsce" sostiene di nuovo la Pine "questa donna era in gran parte inconsapevole della potenza di quello che indossava. Proprio come la maggior parte di noi quando andiamo nei nostri armadi tutti i giorni."
Una manifestante che quella mattina ha scelto il suo vestito rosso e afferrato la borsa bianca, con ogni probabilità non ha messo in atto una conscia volontà.
Ma spinte inconsce hanno fatto il resto.
Io rifletto tra me e me e penso"Forse".
Certamente è sicuro che non sempre comprendiamo perché scegliamo ciò che indossiamo, ma le nostre scelte sono raramente casuali.
Ma non solo nell'abbigliamento: è quello che osservo nei racconti delle persone che incontro ogni giorno, guardando più da vicino niente è casuale e quando lo è, sembra proprio la volta che rimane più difficile farsene una ragione, come se gli eventi imprevedibili diano un senso di precarietà e banalità alle nostre esistenze, di difficile comprensione.
Karen Pine è una collega d'oltremanica poliedrica, che ha lavorato a lungo per la televisione e per le pubbliche relazioni, portando il suo apporto dal punto di vista psicologico.
Una dichiarazione del genere immagino non possa non far discutere sul fatto che si possa a volte rischiare di voler dare interpretazioni al limite della forzatura.
Tuttavia il lavoro della Pine è sempre molto interessante e stimolante: come la ricerca sulla psicologia della moda che sta svolgendo presso l'Università di Bilgi.
Un altro lavoro interessante è lo studio sulla scelta dei jeans in relazione al tono dell'umore (Happiness: it's not in the jeans, University of Hertfordshire ), che ha rivelato, su campione di un centinaio di donne, che la maggior parte di loro indossa un paio di jeans quando si sente triste e giù di corda.
Le donne hanno anche rivelato che contemporaneamente c'è una grossa probabilità di indossare il vestito preferito quando sono  felici (62%) rispetto a quando si sentono depresse (6%).
La Pine ha spiegato come questi dati dimostrino ( se ce ne fosse stato ulteriormente bisogno ) che l'abbigliamento non si limita a influenzare gli altri, ma riflette ed influenza anche l'umore di chi lo indossa.

Ora non resta che iniziare a soffermarci chiedendo a noi stesse che abiti sentiamo come la copertina di Linus, nei momenti difficili in cui vorremmo chiuderci dentro casa o non essere al centro dei riflettori oppure quali colori ci accompagnano quando siamo felici e piene di energia.

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