Psicostoriografia del “grillismo”

Creato il 26 marzo 2013 da Lundici @lundici_it
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Lo scrittore-visionario Isaac Asimov nella sua saga più nota, “Il Ciclo della Fondazione”, ci aveva esposto una brillante idea, quella della Psicostoriografia. Hari Seldon, protagonista principale dei romanzi e professore di matematica, aveva pensato di utilizzare equazioni matematiche per predire il futuro.

Isaac Asimov (1920 – 1992) è stato un biochimico e scrittore statunitense di origine russa.

Il concetto si basava su una presunta ciclicità della storia, che poteva essere predetta, appunto, attraverso equazioni matematiche se applicate ad un numero abbastanza elevato di persone: «Le leggi della storia sono assolute come quelle della fisica, e se in essa le probabilità di errore sono maggiori, è solo perché la storia ha a che fare con gli esseri umani che sono assai meno numerosi degli atomi, ed è per questa ragione che le variazioni individuali hanno un maggior valore.» Le predizioni psicostoriografiche, sia pure a livello probabilistico, erano in grado di prevedere l’evoluzione futura di una determinata società, a condizione che:
1. essa comprendesse un numero particolarmente elevato di intelligenze umane;
2. almeno il 99% di questa collettività non fosse al corrente della psicostoria;
3. non esistessero all’interno di tale raggruppamento significative intelligenze non umane (non solo in senso quantitativo, ma anche qualitativo), come alieni, robot o individui mutanti.
4. non avvenga fra il momento in cui la previsione viene stipulata e il momento in cui dovrebbe avverarsi una sostanziale e imprevedibile modifica nella società umana (grandi progressi tecnologici non prevedibili o previsti, ma considerati poco probabili)

Non solo poteva prevedere il futuro, la Psicostoriografia poteva anche intervenire sugli eventi, pianificando delle mosse strategiche da effettuare in particolari momenti storici che avrebbero risolto, nel minor tempo e in maniera vantaggiosa, eventuali crisi o periodi bui.

Ultimamente mi trovo sempre più spesso a fantasticare su una possibile logica dietro le mosse di Grillo e Casaleggio. Andando a rileggere la storia del MoVimento 5 stelle e i post di Grillo sul suo blog si ha la netta sensazione, ve lo assicuro, che già dal 2008-2009 (forse anche da prima) Grillo e Casaleggio avessero già ben chiaro l’obiettivo e sapessero su cosa puntare, su cosa fare leva per raggiungerlo. Le loro azioni sembrano rispettare un filo logico, una maggior visione d’insieme e tutto questo assomiglia sempre di più ad una reazione a catena, ad un serie di tessere del domino disposte l’una dietro l’altra (come nella famosa scena di “V per Vendetta”), la cui  prima “tessera” è caduta una sera del lontano 16 luglio 2005, quando Grillo decise di creare il primo gruppo Meetup, “tessera” che provocò la caduta delle successive creando una cascata di eventi inarrestabile che comprende i fatti odierni e che ancora ci trascinerà fino ad arrivare alla soluzione finale: il superamento della crisi.)

Beppe Grillo nel 1981 ai tempi della sua trasmissione TV: “Te la dò io l’America”

Il MoVimento 5 stelle nasce durante una riunione al teatro Smeraldo di Milano il 4 ottobre 2009. Prima di quella data il Movimento era costituito da gruppi di cittadini chiamati “Amici di Beppe Grillo” che, su consiglio dello stesso Grillo (prima mossa strategica), utilizzavano il social network “Meetup” per comunicare e scambiarsi le proprie idee. Inizialmente i gruppi non erano attivi politicamente, erano composti da “cittadini interessati”, riportando le parole di Grillo, “a divertirsi, stare insieme e condividere idee e proposte per un mondo migliore, a partire dalla propria città, e discutere e sviluppare, se si crede, i miei post”.

Da un articolo de “La Repubblica” del 4 agosto 2005: “Il sito scelto dal comico ligure per lanciare i gruppi “Amici di Beppe Grillo” è http://www.meetup.com, un sito in lingua inglese che consente di organizzare in modo semplice incontri dal vivo tra persone interessate ad un argomento in ogni parte del mondo e che già formano una comunità virtuale […] Dal 16 luglio esiste anche il gruppo meetup degli amici di Beppe Grillo di Roma e seguito poi da altre 40 città italiane cui si aggiungono anche un gruppo a Zurigo, Nizza, Parigi e Mexico City. E sono già in tanti quelli che in rete reclamano: «Grillo candidato alle primarie dell’Unione».”

Su meetup.com nascono i primi “gruppi di lavoro” riguardanti: “Tecnologia e innovazione”, “Ufficio stampa-comunicazione”, “Consumo critico”, “Studio Moneta”, “No Inceneritori”. Nascono le prime idee a livello politico, e Grillo stende la prima bozza di un programma da presentare alle istituzioni, i punti principali sono: energie rinnovabili, wi-fi gratis, rifiuti e cemento zero.

Nel 2006 Grillo si reca a Palazzo Chigi da Romano Prodi: si presenta con occhiali da sole neri e una tracolla nera. Dentro la tracolla il programma: “Le primarie dei cittadini”. Prodi riceve Grillo e mentre sfoglia il programma afferma: “Che bel programma, sembra il nostro”. Grillo propone al presidente di prendere il programma e attuarlo, se non in tutte le sue parti, almeno in alcune. La cosa si conclude però con un nulla di fatto. Successivamente Grillo commenta l’incontro con queste parole: “Sono andato lì da lui e mentre parlavo dormiva!”. Da quel momento Prodi diventa , sul blog, “Valium Prodi”.

Sempre nel 2006 gli “Amici di Beppe Grillo” si incontrano 2 volte (il 26 marzo a Piacenza e dal 16 al 18 giugno a Sorrento) alla presenza dello stesso comico. In questi incontri vengono trattati i temi sopra citati e forse inizia a prendere corpo l’idea di una possibile partecipazione politica.

Ma è a Parma, il 14 luglio 2007, che finalmente si parla di politica attiva, all’incontro “per una rete nazionale fra associazioni, movimenti, organizzazioni, liste civiche che praticano, promuovono, sperimentano la democrazia diretta e partecipativa”.

E’ a questo punto che Grillo capisce la necessità di una grande manifestazione popolare per aumentare il consenso e far passare il messaggio anche al di fuori dei seguaci della rete. Per questo attua la sua seconda mossa strategica, convoca il primo “Vaffanculo Day”, una giornata di mobilitazione popolare per protestare contro la classe politica e raccogliere le firme per una legge di iniziativa popolare finalizzata ad introdurre tre punti molto chiari:
1) il divieto di candidatura in Parlamento per i condannati, in via definitiva o non definitiva, per reati non colposi con pene superiori a 10 mesi e 20 giorni;
2) il limite di due legislature per i parlamentari;
3) la modifica della legge elettorale attraverso l’introduzione del voto di preferenza.

Il V-Day (la V richiama, oltre al Vaffanculo, il film “V per vendetta” e il suo messaggio di rivolta popolare, non violenta) riscuote un enorme successo riempiendo varie piazze italiane l’8 settembre 2007 e raccogliendo 336.000 firme contro le 50.000 necessarie per presentare la proposta di legge.

La raccolta di firme ovviamente non viene presa in considerazione e il V-Day viene snobbato da quasi tutte le televisioni: il Tg1 gli dedica un servizio di 29 secondi, nell’editoriale del Tg2 del giorno successivo intitolato “Grillo e i grilletti”, Mazza critica le parole violente di Grillo e lo accusa di istigare alla violenza. Accuse pesanti di fascismo, populismo, volgarità, terrorismo arrivando da molte altre testate giornalistiche e dai maggiori rappresentanti politici. Eugenio Scalfari scrive: “Chi inneggia al ‘Vaffanculo’ partecipa consapevolmente a quelle invasioni barbariche che connotano gran parte della nostra mediocre e inselvaggita attualità… Mi viene la pelle d’oca: dietro al grillismo vedo l’ombra del ‘law & order’ nei suoi aspetti più ripugnanti; ci vedo dietro la dittatura”, con “slogan della peggiore destra, quella populista, demagogica, qualunquista… L’antipolitica è sempre servita a questo: piazza pulita per il futuro dittatore”. Ma il consenso popolare è alto, nonostante le critiche.

Pochi mesi dopo, cavalcando l’onda dell’entusiasmo, il Movimento entra in politica, ma in maniera graduale (terza mossa strategica). Subito dopo il V-Day, infatti, i gruppi del Meetup “Amici di Beppe Grillo” si incontrano a Lucca il 29-30 settembre 2007 per parlare della costituzione di liste civiche con precise idee politiche. Dopo l’incontro, il 10 ottobre 2007, in un post, Grillo definisce le linee guida per la creazione delle liste; lo schema da seguire è la Carta di Firenze, una ossatura comune su un programma a dodici punti, presentata l’8 marzo al Primo Incontro Nazionale delle Liste Civiche a Cinque Stelle.

Il 25 aprile 2008 il leader a 5 stelle decide di dare un altro scossone e convoca il V-Day2. In piazza a Torino si radunano 100.000 persone e quasi 2 milioni seguono da casa la diretta streaming. L’obiettivo questa volta sono i giornali e si raccolgono le firme per tre referendum abrogativi. I quesiti referendari riguardavano l’abolizione del finanziamento pubblico all’editoria, l’abolizione dell’ordine dei giornalisti e l’abolizione della legge Gasparri. Vengono raccolte, come riporta lo stesso Grillo sul suo blog, 1.300.000 firme. Anche questa volta le polemiche e le critiche non risparmiano la manifestazione.

Il 24 gennaio 2008, sul blog, Grillo dichiara esplicitamente la discesa in politica e, anche se l’impegno è a livello locale, l’obbiettivo sembra già quello di entrare in Parlamento: “La legge elettorale e il conflitto di interessi – scrive Grillo – sono le vere partite su cui si gioca il destino del Paese, di queste si deve discutere in diretta in Parlamento di fronte agli italiani”. E ancora: “Ve ne sarete accorti, ogni giorno esce una notizia di distrazione di massa? Contrada, la legge sull’aborto, il Papa alla Sapienza. Le prime pagine dei giornali sono solo per loro. I giornalisti servi discutono solo di aria fritta. Sono titoli di copertura, nascondono la realtà. Servono per lavorare nell’ombra. Per evitare ogni cambiamento. Come è avvenuto dopo l’omicidio Moro nel 1978, dopo le stragi di Capaci e di via D’Amelio nel 1992 con le morti di Falcone e Borsellino. In seguito sono diventati presidenti del Consiglio i prescritti Andreotti e Berlusconi. La politica è un’attività di copertura del potere”.

Le liste civiche partecipano alle amministrative 2008 eleggendo un solo consigliere e alle amministrative 2009 eleggendo 23 consiglieri soprattutto in Emilia Romagna e nell’Italia centrale. Nello stesso periodo, 11 giungo 2009, Sonia Alfano e Luigi De Magistris, sostenuti dal Movimento e molto vicini a Grillo, vengono eletti al Parlamento Europeo.

Dal blog di Grillo: “Le Liste a Cinque Stelle hanno ottenuto 23 consiglieri comunali, 6 consiglieri di circoscrizione e 4 capo coalizione di liste a cui si sono associate. […] In capoluoghi di provincia come Bologna, Pesaro, Reggio nell’Emilia, Modena, Cesena, Livorno, Ferrara, Empoli le Cinque Stelle hanno superato il 3%. Senza fondi, televisioni, giornali. Con l’ostilità dei partiti, tra questi il PDmenoelle in prima fila. […] E’ un primo passo del movimento che ha fatto eleggere anche due eurodeputati indipendenti a Bruxelles, Sonia Alfano e Luigi De Magistris, con centinaia di migliaia di voti, stiamo arrivando, lenti, lenti, ma inesorabili, come la Rete. Il prossimo anno ci saranno le Regionali, dopo i Comuni, le Regioni a Cinque Stelle e dopo le Regioni, uno Stato a Cinque Stelle. Il nostro Stato, oggi occupato da dipendenti di cui siamo diventati servi. Un Parlamento Pulito è un nostro diritto, 350.000 firme sono arrivate in commissione Affari Costituzionali. Ora la proposta di legge che prevede l’ineleggibilità di condannati in via definitiva, di parlamentari con due mandati e l’introduzione della preferenza DEVE arrivare in Senato e ci arriverà. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.”

Grillo e i ‘grillini’ sono ormai lanciati, c’è solo un’altra mossa da fare: rendere palese l’inconciliabilità fra il Movimento e i partiti, fra il Movimento e la normale politica. Il 12 luglio 2009 Grillo si candida alle primarie del PD: sembra a tutti un passo assurdo per un “antipolitico”, ma, come ci si poteva immaginare, la sua candidatura viene respinta e la rottura fra politica e Movimento è totale.

Così, il 9 settembre 2009 al teatro Smeraldo di Milano, sulla scia dei V-Day, del successo delle Liste Civiche e dell’insuccesso degli approcci con la politica, Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo fondano il “MoVimento 5 Stelle” e lanciano un programma sulla base di alcuni punti fondamentali: stato e cittadini, salute, energia, trasporti, economia, informazione, istruzione.

In pochi credono che possa diventare qualcosa di più che un semplice movimento popolare con qualche migliaio di seguaci e, in effetti, inizialmente è così. La stampa non concede molto spazio al MoVimento, lo snobba, lo deride. I politici non lo prendono nemmeno in considerazione. Bersani: “Basta con questi populismi che fan finta di partie da sinistra poi come sempre ti spuntano a destra”. Crosetto (Pdl): “Mi ricorda i fascisti, anzi i nazisti: ha la violenza verbale di Goebbels. Parliamo di un fasciocomunista”. Fassino: “Se Grillo vuole fare politica fondi un partito, metta in piedi una organizzazione, si presenti alle elezioni e vediamo quanti voti prende”.

Grillo non se lo fa dire due volte e affronta la prima prova politica, le elezioni Regionali e Comunali del 2010: “Il MoVimento a Cinque Stelle si presenterà alle prossime regionali che si terranno a marzo 2010. Siamo come Davide e Golia. Noi abbiamo solo la Rete, i MeetUp, il nostro entusiasmo e il miei incontri. Loro, tutto il resto. Siamo gli ultimi, gli esclusi, i derisi. Per questo ce la faremo. La mia forza e quella dell’organizzazione che mi sostiene sono limitati, senza fondi, senza soldi, senza informazione libera che parli di noi (a parte il Fatto Quotidiano) e con tutti i media contro. Dobbiamo fare delle scelte, anche se non mi piace. Per questo mi impegnerò in particolare in Emilia Romagna, in Campania e in Piemonte. Non posso però ignorare il “grido di dolore” che viene da tante Regioni d’Italia. Dal Veneto, alle Marche, alla Lombardia, alla Liguria. Per cui, se si presenteranno delle Liste a Cinque Stelle in tutte le Regioni, tutte le supporterò con le mie possibilità.”

I 5 stelle raccolgono un discreto numero di voti, in Emilia Romagna (7%) e in Piemonte (4%) incidono, e non poco, sull’esito elettorale. In tutto saranno eletti 8 consiglieri a 5 stelle, tutti nelle regioni del nord. Al sud ancora il movimento non sfonda. Alle Amministrative 2011 il successo è ancora maggiore, il MoVimento fa entrare i propri rappresentanti in 28 comuni, per un totale di 34 consiglieri eletti, tutti nelle città del centro nord. A Bologna, Ravenna e Rimini la lista ottiene fra il 9 e il 12% dei voti. Al sud, invece, la lista non supera quasi mai il 2%.

Da Repubblica del 17 maggio 2011: “Senza dimenticare l’exploit dei 5 Stelle che, in alcune realtà, sfiorano le due cifre. Dal suo blog, Beppe Grillo sembra dare una linea: ‘Non ci aggreghiamo con nessuno, destra e sinistra sono la stessa cosa, che facciano Pisapia o Moratti sindaco, faranno sempre l’Expo e milioni di metri cubi di cemento. Abbiamo bypassato questi partiti morti – sottolinea – non siamo il terzo polo di nessuno, Casini, Fini, Rutelli. Che ci sia Fassino, che è un dipendente di De Benedetti, sicuramente vorrà fare la Tav e fare degli inceneritori, quindi fanno finta di bisticciare poi sulle scelte sono identici, sul cemento, sul conflitto di interessi, sulla legge elettorale che non hanno detto niente che è una porcata vergognosa, sullo scudo fiscale’”

Grillo attraversa lo Stretto di Messina (9 ottobre 2012)

Ma è il 2012 l’anno della svolta, alle Amministrative di maggio il MoVimento elegge 4 sindaci: Sarego (35% dei voti); Mira, Comacchio e Parma (al ballottaggio). Le percentuali nei comuni del nord e del centro si aggirano tutte fra l’8 e il 17% (Genova 14%). In Sicilia invece, ad ottobre, avviene il miracolo. Il movimento si presenta con Giancarlo Cancellieri, eletto fra gli attivisti siciliani. Sembra un’impresa impossibile ma Grillo ancora una volta sorprende tutti, attraversa a nuoto lo stretto di Messina e lancia la campagna elettorale.

Sembra un gesto poco significativo ma la lista 5 stelle risulterà la più votata con il 14,9% delle preferenze, ottenendo così 15 dei 90 seggi all’Assemblea Regionale Siciliana. E’ un successo e il MoVimento risulta decisivo per sostenere il presidente Crocetta, eletto con il supporto di Bersani e del PD. Inizia una produttiva collaborazione fra le due forze.

E veniamo all’attualità. Il MoVimento 5 stelle partecipa alle politiche 2013. Per eleggere i sui parlamentari Grillo indice le Parlamentarie sul web. Ogni candidato dovrà presentare un video che verrà poi votato dagli iscritti al movimento. Le Parlamentarie si rivelano un mezzo fiasco, i votanti sono solo 20.250, le critiche sulle modalità di voto e sui video dei cittadini comuni, spesso ridicoli, sono molte.

Nello stesso periodo, Grillo epura dal partito: ne vengono espulsi Giovanni Favia e Federica Salsi, il primo per le sue dichiarazioni contro la mancanza di democrazia all’interno del Movimento 5 stelle, la seconda per la sua apparizione in tv alla trasmissione “Ballarò”. Le critiche, anche in questo caso, sono impietose.

Il MoVimento attraversa un periodo di crisi, nell’aria aleggia la possibilità di un fiasco alle elezioni, i consensi sembrano calare. Grillo, però, tira dritto per la sua strada, le regole sono chiare, chi non le rispetta è fuori; il sistema è malato e quindi non si può sottostare alle sue leggi, senza regole ferree e rigide si viene risucchiati dal sistema. Niente televisioni, niente accordi con i partiti. Vaffanculo.

Per promuovere la sua campagna elettorale, Grillo organizza lo “Tsunami Tour” che arriverà in moltissime piazze italiane, nessuna apparizione in televisione né per lui né per gli esponenti del partito, la politica si fa nelle piazze, dice, a contatto con la gente. A pochi giorni dalle elezioni circola voce che Grillo comparirà in tv, a Skytg24, senza confronto, ma sottoponendosi ad una serie di domande. E’ uno specchietto per le allodole. Skytg24 inizia a pubblicizzare l’incontro con Grillo diversi giorni prima, l’attesa cresce e il tg spesso manda in onda servizi sul comico genovese. Il giorno prima della presunta apparizione, però, Grillo si tira indietro. Nessun contatto con il sistema marcio. Non si cede su niente. Piuttosto gioca con “il sistema” come al gatto col topo. Tutti parlano di lui, tutte le televisioni parlano di lui, ma lui, in tv non ci va mai.

Ogni giorno che passa il numero delle persone presenti nelle piazze italiane per lo Tsunami tour aumenta. Grillo sa parlare al cuore e alla pancia, la gente ha fiducia in lui e lo segue. Il tour si conclude il 22 febbraio in Piazza San Giovanni a Roma. Quella sera secondo il leader 5 stelle le persone presenti sono 800.000 in piazza, più 150.000 collegate da casa. Sulla rete i seguaci si moltiplicano, gli indecisi non sono più indecisi. Grillo conquista consensi in maniera trasversale, da destra, a sinistra, il colore non conta più.

Il 24-25 febbraio 2013 si vota ed il risultato è storico, quasi sorprendente. Il Movimento 5 stelle è il secondo partito alla Camera con il 25,55% dei voti, superato dal PD solo grazie al voto degli italiani all’estero. Al Senato il Movimento ottiene invece il 23,79%, secondo ancora una volta al PD. In tutto, i parlamentari eletti fra camera e senato sono 162: 54 senatori, 108 deputati. Scacco matto alla “vecchia politica”, ormai i grillini sono decisivi per le sorti del paese.

Un risultato inaspettato, forse anche per lo stesso Grillo. Un radicale cambiamento, politico ma anche psicologico, il cittadino torna a sentirsi partecipe e decisivo, per la prima volta nella storia dall’inizio della prima repubblica, il popolo sfonda le immaginarie porte del Parlamento e vi si riversa dentro con cattiveria e forza, senza gavetta, senza filtro. Lo strappo fra politica e gente comune è in parte ricucito, la casta deve abbassare la testa, non è più il tempo delle vacche grasse.

L’opinione pubblica è impazzita, la stampa pure. Ogni spostamento di Grillo è seguito da centinaia di giornalisti e il comico genovese è bravissimo a mantenere alta l’attenzione. Si vedono cose mai viste prima, la più clamorosa è il travestimento da alieno con cui Grillo si presenta a fare jogging una mattina sulla spiaggia ligure. Berlusconi e le sue gag sono solo un lontano ricordo: tutta l’attenzione è sui 5 stelle.

I parlamentari ‘grillini’ sono anch’essi assediati dai cronisti e spesso vengono criticati per l’inesperienza e per la poca indipendenza dal “capo”. Ma non importa, nel MoVimento non contano i singoli, conta il collettivo; nel piano di Grillo e Casaleggio non conta l’individuo, conta la breccia aperta nel Parlamento, conta l’aver inserito un gruppo di persone comuni e oneste all’interno di un sistema malato e chiuso; è questo che lo manderà in cortocircuito, è questo che lo saboterà dall’interno, al posto loro poteva esserci chiunque di noi.

Non le persone dunque, quanto l’aspetto psicologico: la dimostrazione che si può fare politica con la partecipazione attiva del cittadino, che si può entrare in Parlamento senza soldi, senza televisioni. La dimostrazione che un altro modo di fare politica è possibile, un modo più onesto e per questo migliore. E’ un cambiamento radicale di mentalità, Grillo è andato ad agire sulla mente delle persone, ora siamo lì anche noi con loro, li seguiamo tutti i giorni, ci appassioniamo e soprattutto li osserviamo. I ‘grillini’ sono controllati a vista da tutti gli Italiani e dai loro stessi colleghi, difficilmente si lasceranno corrompere, difficilmente non si impegneranno nel loro lavoro o penseranno ai propri interessi. E’ la politica attiva del cittadino. “L’onestà andrà di moda” è uno degli slogan più ricorrenti nella campagna di Grillo.

I politici stessi adesso hanno dovuto ammettere la sconfitta, per la prima volta hanno avuto paura, per la prima volta hanno dovuto farsi un esame di coscienza, hanno dovuto puntare al rinnovamento, sono stati costretti ad evolvere o almeno ci stanno provando. Il PD ha mandato in parlamento moltissimi giovani, Boldrini e Grasso sono stati eletti alla Camera e al Senato. Bersani, subito dopo le elezioni, ha iniziato a parlare di temi mai toccati in campagna elettorale (dimezzamento dei parlamentari, taglio degli stipendi, conflitto di interessi) e ha iniziato a ripetere una parolina in continuazione, anch’essa pronunciata con il contagocce in campagna elettorale “cambiamento”: “Vogliamo raccogliere questa domanda di cambiamento”.

Può sembrare brutto dirlo, ma solo con il carisma e alcuni aspetti dittatoriali riscontrati in questi mesi in Grillo, si poteva arrivare a tutto questo. E probabilmente non basterà, “10 o 15 parlamentari mi tradiranno” aveva detto in tempi non sospetti e così succederà con una parte degli elettori. Ma per entrare nella testa della gente, per sconfiggere il berlusconismo e il sistema politico/sociale legato all’immagine, alla televisione e a cose di poca importanza che ormai aveva attecchito nella nostra testa, per “liberarci” o “svegliarci” se preferite, per farci nuovamente partecipare, Grillo e Casaleggio non potevano fare in altro modo, dovevano impedire qualsiasi contatto con il sistema corrotto, a costo di passare per fascisti antidemocratici. “Libertà è partecipazione”, diceva Gaber, e adesso la gente partecipa, si riunisce la sera agli incontri comunali a 5 stelle, gente che non sapeva nemmeno cosa fosse la politica, si è entusiasmata, si sente importante, quindi partecipa, quindi è libera.

Ovviamente tutto ha un prezzo da pagare e, se Grillo dovesse riuscire nel sui intento, probabilmente quel prezzo sarebbe un periodo di povertà e difficoltà estreme, forse faremo la fine della Grecia e forse sarebbe addirittura stato meglio fare quella fine mesi fa, quando Monti ci “salvò” dalla bancarotta. Forse dobbiamo veramente ripartire dalle macerie, perché questo sistema italiano non può ripartire senza prima collassare. E allora ben venga Grillo! Chi ci dice che, la sua visione, tutto sommato, non ci faccia risparmiare del tempo? Chi ci dice che tutto questo non accorci i tempi della nostra agonia eliminando altri anni di vecchia politica decadente e ci permetta una più rapida ricrescita? Nessuno ovviamente, ma nessuno ci dice nemmeno il contrario, questa rivoluzione va presa così, è come una questione di fede. Spesso alcune chiusure estreme di Grillo sono insopportabili e intollerabili per tutti noi, siamo abituati a credere nella politica, almeno in quella fatta bene. Mal tolleriamo invece chi critica a prescindere il sistema, chi vuole staccarsene completamente e lo snobba a prescindere dalle sue scelte o dalle sue affermazioni, perchè abbiamo un’enorme paura di perdere lo status quo. Spesso ci troviamo, o almeno a me accade così, fra due fuochi, entrambi ugualmente luccicanti e ardenti: uno ci spinge verso la sicurezza di una scelta che non ci faccia correre nessun rischio, che dia un’altra possibilità ai partiti, con la speranza di un rinnovamento radicale e di una politica fatta in maniera più seria, più equa; l’altro ci spinge invece verso il considerare tutto questo ventennio un enorme inciucio volto a far restare tutto immobile, tutto immutato, così che i più fortunati rimanessero sempre al loro posto, dando una parvenza di governo ma in realtà non facendo altro che i propri interessi. Quando il secondo messaggio passa, così com’è riuscito a farlo passare Grillo, è difficile tornare indietro.

Ora, per concludere, secondo me, se Grillo e Casaleggio dovessero riuscire nel loro intento, tutto sta nel capire cosa vogliono fare di questo potere, tutto sta nel vedere se vogliono diventare eroi o dittatori, se voglio farci prendere velocità per poi lasciarci correre da soli o se vogliono comandarci. Spero ovviamente che la soluzione sia la prima e ascoltando le ultime e profetiche parole di Grillo sul suo ultimo obiettivo, sembra che sia proprio così: “Senza di noi ci sarebbe stata la violenza. Abbiamo ridato alla rabbia una speranza, la rabbia non porta alla violenza se c’è la speranza. Il mio non è un progetto politico, non voglio sostituire una classe politica con un’altra. Vogliamo il 100% del Parlamento, non il 20% o 25% o 30%. Quando arriveremo al 100%, quando i cittadini diventeranno lo Stato, il MoVimento non avrà più bisogno di esistere. L’obiettivo è quello di estinguere noi stessi.

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