Caso forse più unico che raro di romanzo doppiamente postumo, creazione letteraria dalla vita travagliata. Alfred Bester, classe 1913, è l'ideatore della trama fantasiosa che dà corpo al romanzo Psyconegozio, autore Newyorkese noto principalmente per il suo L'uomo disintegrato. Purtroppo, nel 1987, Bester scompare lasciando la sua ultima fatica incompiuta. A portare a termine il suo lavoro viene chiamato un altro nome autorevole della sci-fi e del suo lato più fantasioso: Roger Zelazny. Ancora una volta la mala sorte si abbatte sull'autore che lavora al progetto, nel 1995 anche Zelazny passa a miglior vita, solo dopo aver però portato a termine il romanzo iniziato dal collega Bester. Psyconegozio viene dato alle stampe per la prima volta nel 1998, libro che esce quindi doppiamente e tristemente postumo.
La prima cosa che si può notare è come il lavoro dei due autori si sia amalgamato in maniera perfetta, la lettura non risente di particolari stacchi e cambi di stile, impossibile per me sapere se ciò sia attribuibile alla particolare bravura di Zelazny nell'adattarsi allo stile del suo predecessore, al lavoro di un editor particolarmente omogeneizzante o alla mano sicura di G. L. Staffilano, traduttore italiano dell'opera.
Alfred Bester
Detto questo non faticherò nel dirvi che Psyconegozio non è stata proprio la mia lettura ideale, tutt'altro. Non sono state poche le volte in cui, alla fine di un capitolo, ho lanciato con fastidio il libro sulla poltrona della sala. Una bella poltrona, almeno una volta lo era, nera, modellabile, tipo quella sulla quale non riusciva a sedersi il Rag. Ugo Fantozzi, avete presente? Diciamo che su nove capitoli avrò effettuato il lancio infastidito almeno in quattro o cinque occasioni.
E' presente in Psyconegozio un accumulo troppo esagerato di situazioni fantasiose e strampalate, molte delle quali non conducono in definitiva da nessuna parte, tale da fiaccare la mia seppur generosa pazienza. Ne vien fuori una sorta di mosaico di incontri, personaggi e accadimenti dei quali solo alcuni funzionali all'avanzamento della trama portante che avrà anche la sua coerenza ma che fatica ad avvincere, sorprendere, divertire o finanche a incuriosire un minimo il lettore (soprattutto se il lettore in questione sono io). Finito il libro la mia più grande soddisfazione è stata quella di poter passare ad altro.
Ora rimarrebbe da dire due parole sulla trama e fare una piccola considerazione. Temo però che per me il primo diventi un compito un pochino arduo in questo momento (clicca sull'immagine in alto), proviamo con il secondo. Qualche tempo fa la collana Urania prese a ristampare al ritmo di un libro ogni due mesi quelli che vengono considerati, almeno a detta della redazione, dei classici moderni della fantascienza ormai difficili da reperire nel nostro paese. Ottima cosa, parlai anche della prima uscita tempo addietro, lettura che non mi esaltò in maniera particolare ma che reputo comunque decisamente migliore di questa. Ovviamente due indizi in questo caso non possono fare una prova, il mio gusto è solo mio e agli altri lettori questi libri saranno magari piaciuti un sacco, considerando che ho acquistato anche le successive ristampe mi chiedo... avrò riposto troppa fiducia in questa iniziativa editoriale? Ditemi di no, please!
Roger Zelazny