Il 5 febbraio del 1997 io ed un amico, scrivemmo questo pezzo a quattro mani, avrebbe dovuto diventare una canzone (in realtà c’è in giro una versione a cappella, non so dove) ma non se ne fece nulla. Non si infilava nel repertorio musicale del gruppo. Eravamo giovani, molto giovani e anche un pò ubriachi, un bel pò ubriachi. Nel nostro ‘posto’ preferito di Brescia a quei tempi: il Titanic, che non c’è più da anni ormai, tranne nel cuore e nelle vene. Sul foglio dove la scrivemmo c’era una dedica: Al Titanic e a tutta la gente che passa di qui.
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Sono pericoloso – io di più
in piedi sul tavolo non vedo lo schermo (tv)
vedo i tasti
la sedia non sembra sedia
angoscia, adrenalina
vaneggiare al di là del…
mi piacerebbe suonare quella canzone
su una gamba sola
mi piacerebbe cantare quella canzone
nel letto di un fiume
Se ci addormentiamo ora non credere (x3)
Forse sono capriccioso, pensaci
forse sono malato (I’m sick)
curami, riprendimi, trasformati
io ti aspetto sul confine
se ci svegliassimo adesso, non credere (x3)
Abbiamo visto abbastanza, pure troppo (per i gusti mia)
la sedia non è più sedia
il padre non è più padre
la vita non è più vita
ma sopratutto…
Quentin non esisterebbe
(Non avremmo visto Pulp fiction e Dal tramonto all’alba, ma forse sarebbe stato meglio)