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Creato il 18 agosto 2014 da Marcopress @gabbianone

Ovviamente Mario Sconcerti non è diventato presidente della Federcalcio. E ovviamente Antonio Conte è diventato cittì. Sconcerti, confermando di scrivere spesso cose sensate, virgoletta in ogni caso la miglior sintesi nel diluvio di parole di chi nulla sa sull’asse Tavecchio-Conte ma si sente in dovere di intervenire trattandosi, in superficie, di banane e sneakers (le Puma, peraltro, non stanno nemmeno nella top ten, la sforno a breve).
E dunque Sconcertone scrive oggi sul Corrierone: «Non è nemmeno un problema di tare ereditarie italiane: il calcio è da ottant’anni nettamente al di sopra delle qualità del paese». Correttissimo. Non si confonda un movimento con mille problemi ma capace ripetutamente di punte altissime, da Franchi a Rivera, dal 1982 al 2006, dalla bibbia di Brera al vangelo di Sacchi, dallo Juventus Stadium senza tangenti alla capacità di vendersi ancora benissimo alle tivvù, con la qualità, scadente appunto, dell’offerta Italia, turismo in primis.
Scolpita la Differenza, nessun dubbio che Tavecchio è il Male è Conte non aiuterà granché. Non tanto per i soldi (ne prende troppi, sia chiaro) quanto per il progetto che non c’è: gli si doveva affidare un lavoro di 6-8 anni, non di 2. In 2 anni si farà fatica perfino a disfarsi di Balotelli.



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