Dopo aver parlato nella prima parte del post di auto-pubblicazione, EAP e piccoli editori, qui prendo in considerazione le soluzioni di chi punta in alto e alcuni metodi di pubblicazione alternativi.
In pratica mi addentro in territori impervi e sconosciuti...
Editore medio
Tempi:
molto lunghi. Per ottenere una valutazione del manoscritto si può aspettare dai sei mesi in su, fino anche a uno-due anni. A questo va aggiunto il tempo speso per cercare l'editore che fa il caso nostro, l'attesa per rientrare nel loro piano editoriale, l'editing a cui verrà (presumibilmente) dedicato molto tempo, e così via.
Canali di accesso:
basterà fare un giro in una libreria o sul web per trovare un indirizzo a cui mandare il manoscritto, ma va tenuto presente che non tutti sono disponibili a leggere ciò che proponete. E ancora meno sono quelli disposti a investire su un autore sconosciuto. Insomma, le possibilità che un autore agli esordi venga scelto da un editore medio sono davvero scarse.
Costi:
nessuno, come nei piccoli editori.
Guadagni dai diritti d'autore:
le percentuali sono basse, ma considerando che le vendite possono essere buone si può pensare a qualche piccolo guadagno.
Promozione:
in teoria la pubblicità fatta a un libro edito da una casa editrice di media fama è buona, anche se ho conosciuto persone che lamentano una scarsa promozione persino con questi nomi. Probabilmente non si può generalizzare, perché un editore può decidere di spingere o meno un determinato libro. E questo non vale solo per gli editori medi, ma anche per i piccoli e per i grandi. Oggi a uno scrittore non viene chiesto solo di scrivere, bisogna farsene una ragione.
Distribuzione:
i nomi "medi" li trovate facendo un giro in libreria e sono ben pubblicizzati anche negli store on-line. La buona distribuzione è sicuramente il fattore più importante da considerare nel caso di editori medi.
Qualità del prodotto:
anche su questo sento spesso lamentele, perché non sempre la qualità di un testo va a braccetto con un nome mediamente famoso. Ci sono refusi anche in questi testi, ma un editore serio punta comunque a presentare un buon prodotto.
Vincoli contrattuali:
sono più o meno gli stessi di un editore piccolo. Da quello che sento dire, inoltre, in questi casi ci si deve aspettare anche qualche imposizione in più riguardo a titolo e testi in generale, a causa di un editing sicuramente più "importante" rispetto a quello fatto dai piccoli editori.
Reputazione:
aver pubblicato per un editore noto, piuttosto che con Edizioni Pinco Pallino fa parecchia differenza. Un lettore può interessarsi a un libro a prescindere dall'editore, ma a mio parere si fa condizionare anche da chi lo pubblica, per una questione di fiducia. Si presume che un editore di un certo calibro faccia una cernita più accurata di quello che propone e di conseguenza io lettore mi aspetto prodotti migliori e scelgo di conseguenza.
Soddisfazione personale:
inutile dirvi che la soddisfazione di essere pubblicati da una casa editrice media è molto più alta delle precedenti soluzioni.
Editore importante
Tempi:
molto lunghi, a meno di poter contare su un intermediario.
Canali di accesso:
molti di questi editori non prendono in esame manoscritti o ne scoraggiano l'invio. Accedere anche solo a una valutazione può essere molto difficile, a meno di avere una raccomandazione o l'intermediazione di un'agenzia importante. Farsi pubblicare da loro se siamo degli sconosciuti è ancora più difficile, soprattutto in tempi di crisi come questi, in cui le librerie fanno fatica a vendere anche autori noti. D'altra parte perché dovrebbe essere conveniente investire su un esordiente?
Comunque, una buona opportunità per far pervenire le vostre opere a questi signori sono i concorsi importanti, per esempio quelli indetti ogni anno dalla Mondadori, come il premio Alberto Tedeschi e Urania.
Costi:
a meno di considerare i soldi spesi per l'intermediazione di un'agenzia o per i concorsi, si tratta di una pubblicazione free.
Guadagni dai diritti d'autore:
di questo aspetto non so nulla, posso supporre che le percentuali non differiscano da quelle di un editore medio, soprattutto considerando che qui stiamo parlando sempre dal punto di vista di un autore qualunque.
Promozione:
pubblicando con uno di questi editori non dovrebbero esserci problemi di marketing, almeno in teoria. Di fatto ho visto personalmente autori di questo tipo autopromuoversi più o meno come esordienti qualsiasi; forse non si può generalizzare neppure in questo caso. E poi c'è sempre il discorso che un editore sceglie se spingere o meno su un libro.
Distribuzione:
gli editori che qui definisco "importanti" sono quei pochi nomi blasonati i cui libri si possono rintracciare ovunque, comprese le librerie-bugigattolo e le edicole. La distribuzione nazionale è proprio l'aspetto che più attrae, oltre che il "nome" in sé. Anche in questo caso si deve comunque tenere presente che non tutti i loro libri finiscono in vetrina o in bella vista sugli scaffali.
Qualità del prodotto:
secondo me qualità e nome importante non vanno sempre a braccetto. Sia per quanto riguarda i refusi, sia per quanto riguarda l'opera in sé. Ci sarebbero da fare esempi noti di romanzi editi e superpubblicizzati il cui valore lascia molto a desiderare.
Vincoli contrattuali:
anche di questo aspetto non so nulla. Se qualcuno volesse dire la sua...
Reputazione:
Un nome noto è già di per sé un forte aiuto per un autore, ma non va scordato che la parola sta sempre ai lettori, sopratutto ai tempi di Internet. Purtroppo, come dicevo a proposito della qualità, un nome di una certa fama può portare alla gloria anche chi non lo merita. Ma così va il mondo.
In ogni caso, qui vale il discorso fatto per gli editori medi: il marchio conta parecchio anche tra i libri.
Soddisfazione personale:
Voi che ne dite? Non credo ci sia bisogno di esprimersi su questo punto.
Soluzioni ibride
Ultimamente sono nate anche iniziative da parte di case editrici più o meno importanti che propongono una pubblicazione a metà strada tra la totale autonomia e la gestione dell'opera da parte di un editore.
Un esempio recente è quello di Libromania.
Bisognerebbe chiedersi se c'è un reale vantaggio a optare per qualcosa che ti dà poco in cambio rispetto a un'auto-pubblicazione pura. Personalmente le soluzioni ibride mi convincono poco, perché non vengono garantiti né una vera e propria valutazione né un editing, e il più delle volte sono vincolanti quanto un contratto con un normale editore. A mio parere sono più che altro sistemi fantasiosi per intercettare un certo tipo di aspirante scrittore, rifiutato e deluso dall'editoria tradizionale e non ancora sicuro di lanciarsi del self publishing vero e proprio.
Pubblicare on-line gratis
Esiste anche questa possibilità grazie all'esistenza di Internet e secondo me non è affatto da trascurare. Il punto è che un autore esordiente vuole principalmente essere letto, perché dunque non dovrebbe tentare di trovare lettori regalando ciò che scrive?
C'è da sottolineare che per un autore agli esordi avere un tornaconto economico di un certo peso è impossibile, i guadagni sono talmente irrisori che probabilmente troverebbe molti più lettori facendo leggere gratis i suoi libri piuttosto che mettendoli in vendita. Inoltre, farsi un nome, acquisire un pubblico è importante, considerando l'enorme concorrenza.
Pensiamo ai blogger che regalano ogni giorno a chiunque quello che scrivono, senza chiedere nulla in cambio. Certo, si tiene conto di questa possibilità più volentieri in caso di articoli o racconti e facciamo sicuramente resistenza all'idea di regalare un romanzo, frutto di lavoro e impegno, ma non è un'idea da scartare a priori.
Come nell'auto-pubblicazione però c'è il problema della qualità di ciò che diffondiamo, che non viene minimamente selezionato né passa attraverso il confronto con esperti del settore editoriale, e soprattutto che non subisce le adeguate correzioni.
Altre soluzioni di pubblicazione
Esistono modi alternativi rispetto a queste strade per pubblicare un libro?
Ve ne indico due, che mi ripropongo per il futuro di approfondire.
Vibrisse libri
Vibrisselibri è una casa editrice che pubblica in rete, con la formula del copyleft, opere letterarie e saggistiche liberamente e gratuitamente scaricabili. Ed è anche una sorta di agenzia letteraria, che propone alle case editrici tradizionali le opere già pubblicate in rete.
I Quindici
La nostra modalità operativa prevede in generale che ai lettori vengano dati in affido dei manoscritti (...). Se il testo piace, anche altri lo leggono e alla fine, se i pareri positivi sono molteplici, il manoscritto viene pubblicato su INCIQUID o spinto con gli editori. (...) Cerchiamo di funzionare come un laboratorio letterario gratuito, cercando di spiegare agli autori/trici che cosa abbiamo pensato dei loro lavori, cosa ci è piaciuto e dispiaciuto, senza ergerci a giudici ma con l'umiltà del lettore: Lettori Residenti disponibili per autori orfani di pubblicazione. La nostra funzione vuole essere soprattutto quella di dare una consulenza libera e gratuita a chi scrive.
In entrambi i casi c'è una certa garanzia di qualità, in quanto i manoscritti passano sotto il vaglio di professionisti, che lavorano volontariamente e gratuitamente.
Credo che potrebbe essere una buona opportunità per chi scrive, anche se non bisogna aspettarsi tempi rapidi.
E con questo chiudo e lascio a voi la parola...
Se avete qualche esperienza con uno di questi editori o con queste soluzioni alternative, non esistate a raccontarle!
Anima di carta