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Pubblicato il testamento di vanto’: l’epopea zingara della sicilianita’ tra emarginazione ed integrazione

Creato il 12 novembre 2013 da Michelebarbera
PUBBLICATO IL TESTAMENTO DI VANTO’: L’EPOPEA ZINGARA DELLA SICILIANITA’ TRA EMARGINAZIONE ED INTEGRAZIONE
"Il testamento di Vantò", Edizioni NUOVA PRHOMOS, Perugia, ISBN: 978 88 68530 01 3€.15,00Nelle migliori librerie e on-line sui principali siti e-commerce
“In un angolo magico della Sicilia, sospeso nel tempo, gli abitanti del piccolo paese di Palmitello danno vita ad un appassionante dramma umano attorno alla figura di Vantò, folle visionario ed eccentrico letterato, custode, a sua insaputa, di una misteriosa ricchezza. In un rutilante palcoscenico vivente si alternano passioni, intrighi e delitti, vicende in cui il confine tra bene e male è spesso indistinguibile. Tra umorismo tragico ed ironia grottesca, i toni raffinati del romanzo ci rendono partecipi di un’onirica fiera delle vanità, dove tutto ciò che è reale porta in sé i semi della violenza e del male. Sullo sfondo di splendidi scenari naturali, quasi un leitmotiv pudicamente celato ad occhi profani, la narrazione guarda con interesse ai temi dell’integrazione sociale e delle minoranze etniche, soffocate da pregiudizi alienanti ed incapaci di esprimere se stesse, in un contesto che vuole l’emarginazione come conseguenza naturale della diversità.”                                                                                     (Dalla Quarta di copertina)“C’è davvero di tutto in questo romanzo colto e raffinato, impregnato di rare atmosfere pirandelliane e sciasciane; il tessuto narrativo, arricchito da allegorie e metafore di sottile bellezza, è radicato della “sicilianitudine”più profonda, che si rivela fin nelle fibre più intime. Il personaggio di Vantò lo accosterei ad un moderno Mattia Pascal: ricco di sentimenti contrastanti, alla ricerca perenne di un equilibrio con se stesso e con gli altri. Complimenti! Da leggere assolutamente.”                                                                                                   (Ignazio Bellomo)“Il testamento di Vantò, avvalendosi di vari registri letterari, presenta al lettore un testo ricco di trovate diegetiche e di apprezzabili invenzioni stilistiche, riecheggianti la tradizione della narrativa italiana primo novecentesca. Il romanzo ben rappresenta la complessità delle relazioni umane sulla scena di un emblematico paesaggio della Sicilia occidentale”.                                      (Prof. S. Mugno, Giuria Premio Nazionale Elimo Vate)
“Prigionieri del loro microcosmo, i caratteri-maschere si scontrano nelle loro solitudini tristi e, per lo più, venate di follia materialista o sentimentale. Si tratta di monadi che non interagiscono fra loro, anzi confliggono in aperta tensione emotiva, tentando di sopraffarsi l’una con l’altra, sino alla violenza cruda, pura e tragica che non risparmierà neppure il protagonista. Il testamento di Vantò è teatro in prosa, sul cui palcoscenico - oscillante tra realtà ed immaginazione - la condizione umana si esprime con la nudità e la meschinità dei sentimenti feriti e di passioni aberranti.”                                                                       (Enzo Leone, Invito alla lettura)

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