Non so se vi è capitato di vedere come la Nestlè si stia dedicando in queste settimane ad una serie di pubblicità che prendono spunto da quanto accade nella cronaca.
In particolare è il marchio Kit Kat (quello snack al cioccolato che si spezza) ad essere protagonista di quella che potremmo chiamare pubblicità real time.
Ricordate come al Roland Garros si sia giocata la partita più lunga della storia (Isner su Mahut 70-68 al quinto dopo 11 ore di gioco).
Così Kit Kat ha celebrato l’evento.
Nemmeno il caso di riportare la memoria sulle tremende vuvuzelas che hanno depturpato (ma anche reso indimenticabili) i mondiali sudafricani.
Kit Kat ha pensato bene di spezzare la fatidica trombetta.
Nessun dubbio quindi che l’idea sia carina e molto molto funzionale.
Ed anche semplice da realizzarsi se si hanno a disposizione delle buone menti.
Ovvio però che per agire in questo modo sia necessario bypassare la clamorosa burocrazia che spesso gestisce il reparto marketing delle multinazionali.
Tutto questo naturalmente senza entrare nelle polemiche che riguardano la Nestlè, quello è un altro discorso