In verità, non si tratta di una vera pubblicità: il video, che ha provocato reazioni contrastanti, è stato realizzato da alcuni studenti tedeschi e la Mercedes ha preteso che fosse inserito l’avviso: “Spot non autorizzato. Nessun relazione con Mercedes-Benz / Daimler AG”.
Partendo dallo slogan “Mercedes rileva i pericoli prima che si presentino”, Tobias Haase, Jan Mettler e Lydia Lohse hanno voluto immaginare cosa accadrebbe se si potesse applicare la tecnologia a degli scenari umani o, come dicono loro, se la tecnologia avesse un’anima.
In questa finta pubblicità della durata di poco più di un minuto viene mostrata una piccola e placida comunità all’inizio del secolo scorso, più o meno: gli uomini lavorano la terra e i bambini giocano spensierati per le strade di campagna deserte.
A un certo punto irrompe sulla scena una moderna fiammante Mercedes che usa il suo avanzato sistema frenante per bloccarsi istantaneamente quando all’improvviso gli si parano davanti due ragazzine che giocano a campana. Poco dopo si vede un bambino con un aquilone, ma questa volta l’auto non si ferma né rallenta: lo investe lasciandolo a terra in mezzo alla strada apparentemente senza vita. Un donna con tono disperato grida “Adolf!” mentre un’immagine di un Hitler adulto appare per pochi secondi sullo schermo. La camera torna quindi sul bambino disteso sul selciato a formare con la sua postura una svastica. Infine, si vede un cartello stradale che reca scritto il nome della cittadina in cui ci troviamo, Braunau am Inn, il luogo natale di Adolf Hitler.
Nonostante la presa di posizione negativa di Mercedes, molte riviste tedesche e diversi osservatori internazionali hanno mostrato di gradire questo video. A noi, nel nostro piccolo e nella nostra semplicità, è sembrata davvero sgradevole: non riusciamo a gioire della morte violenta di un bambino, chiunque egli possa diventare da grande. Ci sbagliamo? È una posizione miope o ingenua? Voi che ne pensate?