PUC_Paternò Urban Center o Può Unicamente il Cuore?

Eravamo quattro amici al bar / che volevano cambiare il mondo / destinati a qualche cosa in piu’ che a una donna ed un impiego in banca / si parlava con profondita’ / di anarchia e poi di liberta’ / tra un bicchier di coca ed un caffe’ / tiravi fuori i tuoi perche’ e / proponevi i tuoi faro’ (Gino Paoli)

Per lanciare l’evento del Paternò Urban Center su Internet, l’arch. Francesco Finocchiaro ha fatto girare per qualche tempo un’immagine bianca ed arancione nella quale si intuivano tre archi chiedendo un’interpretazione dell’acronimo PUC. La prima volta che l’ho vista, già diversi avevano tentato di decifrarla ma l’unica cosa che a me veniva in mente era proprio “Può Unicamente il Cuore” che decisamente era fuori luogo in un contesto sicuramente legato all’architettura e all’urbanistica.

Poi, finalmente l’arcano è stato svelato e il 27 maggio scorso è stato fondato il Paternò Urban Center, e forse la mia iniziale intuizione non era stata poi così sbagliata.

Ho avuto, infatti, la possibilità di confrontarmi con Francesco, anima dell’iniziativa, che mi ha spiegato la sua idea: un luogo fisico ma anche immateriale nel quale i diversi attori della trasformazione del territorio, operando in sinergia, possano trovare soluzioni condivise, condivisibili e portatrici di sviluppo.

Bellissima utopia e aspirazione per ogni architetto che sogna di trovare il proprio principe illuminato.

Ma qui si fa un passo avanti perchè già, di fatto, sono parte attiva del processo diversi Enti chiamati in causa a diverso titolo: per la politica il Comune di Paternò e la Provincia di Catania; per la cultura le facoltà di architettura, di ingegneria e di scienze dell’agricoltura; per il mondo delle professioni gli ordini degli architetti e degli ingegneri, il collegio dei geometri e l’associazione forense di Paternò; per le associazioni di categoria la Confindustria, l’Ance, la Confcommercio e la Confagricoltura di Catania oltre alla CGIL e la CISL di Paternò; per le associazioni culturali e sociali l’Officina 21, la Valsimeto, la G.R.E., il Lions Club e la Fidapa di Paternò.

Seduti attorno ad un tavolo, ciascuna di queste figure, superando la logica del P.R.G., strumento ormai obsoleto di gestione del territorio, dovrebbe proporre delle linee guida da seguire per la crescita delle aree suscettibili di crescita e trasformazione. Una volta stabilito il canovaccio, lo strumento indispensabile poi per l’effettiva realizzazione dell’intervento è il concorso di progettazione, mediante il quale si otterrebbe il progetto migliore qualitativamente.

Ma come si fa a stabilire che un progetto è il migliore? Francesco Finocchiaro assicura che il metodo è rigorosamente matematico ed infallibile perchè si tratta di partire da alcuni punti fermi decisi a priori e poi, oltre al parametro estetico, saranno valutati altri requisiti facilmente misurabili come la fattività economica (quanto costa e quanto rientra), il risparmio energetico (quanto consuma) e l’incidenza sociale (quanto indotto realizza).

L’idea è quella vincente e noi architetti, forse, non saremo più quelli che consigliano il colore delle pareti, soprattutto se questo sistema riesce a diffondersi come metodologia di intervento nei diversi comuni della provincia etnea.

Purtroppo mi restano alcune perplessità riguardo poi l’effettiva realizzazione di un “piano perfetto” come questo nella realtà catanese e siciliana in generale, nella quale al di là delle leggi gli incarichi si danno ancora per amicizia ed i giovani progettisti restano tagliati fuori dai concorsi più importanti perchè privi dei requisiti economici che oggi sono richiesti.

Ma spero che “i quattro amici” del P.U.C. abbiano un’idea anche per questo!

PUC_Paternò Urban Center o Può Unicamente il Cuore?