Che cosa accada in Pude ver un puma non ci è dato saperlo, o meglio: non lo sappiamo a livello epidermico perché al contrario sul piano sensoriale un ipocentro occulto scatena forze sismiche. È ipotizzabile che Williams abbia colto in un quadro d’altroquando una discesa, una china che cominciando sui tetti di un edificio espone un progressivo annerimento scenico (la finta [o vera?] morte del ragazzino è sottolineata da un filtro che lentamente inizia a saturare di nero l’immagine), e dopo una caduta il passo successivo: le macerie, la distruzione di un paesaggio forse mentale (d’altronde il gruppo di giovani appare in balia del nulla) che propaga sensi con gli infrarossi, è cinema-rettile che striscia e si incunea dentro il cranio diffondendo un sibillino alone misterico. In un finale memorabile la presenza fantasmatica del puma si incarna nel non visto, l’inquietudine ferina bracca lo spettatore: siamo sicuri che quelle siano solo delle fronde sbattute dal vento?
Che cosa accada in Pude ver un puma non ci è dato saperlo, o meglio: non lo sappiamo a livello epidermico perché al contrario sul piano sensoriale un ipocentro occulto scatena forze sismiche. È ipotizzabile che Williams abbia colto in un quadro d’altroquando una discesa, una china che cominciando sui tetti di un edificio espone un progressivo annerimento scenico (la finta [o vera?] morte del ragazzino è sottolineata da un filtro che lentamente inizia a saturare di nero l’immagine), e dopo una caduta il passo successivo: le macerie, la distruzione di un paesaggio forse mentale (d’altronde il gruppo di giovani appare in balia del nulla) che propaga sensi con gli infrarossi, è cinema-rettile che striscia e si incunea dentro il cranio diffondendo un sibillino alone misterico. In un finale memorabile la presenza fantasmatica del puma si incarna nel non visto, l’inquietudine ferina bracca lo spettatore: siamo sicuri che quelle siano solo delle fronde sbattute dal vento?
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