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La settimana scorsa, parlando di anime di ultima generazione, ho nominato Puella Magi Madoka Magica con la promessa che ne avrei parlato più approfonditamente. E quindi eccomi qui, a parlare di uno degli anime che ha fatto più discutere nel 2011 rivelandosi una vera e propria rivoluzione. Gli effetti che una rivoluzione produce non si conoscono mai prima di essersi consolidati, in quel momento in cui la rivoluzione stessa si fa tradizione, ed è difficile dire quando siano positivi e quando negativi. Un esempio di rivoluzione nel mondo anime c'è stata negli anni '90, con Neon Genesis Evangelion, e quella di Madoka Magica non è stata molto diversa: dal genere Mecha passiamo al Mahō Shōjo (o Majokko) ma gli effetti sono gli stessi.Cos'è il genere majokko? Si tratta di un particolare tipo dishōjo (quel genere di animedestinato ad un pubblico femminile che va dagli ultimi anni dell'infanzia sino alla fine dell'adolescenza) e solitamente fonde commedia e fantasy, magia e fantastico. Ed ecco la prima vera frattura che Madoka Magica provoca nel genere: gli elementi commedy vengono azzerati a favore di venature drammatiche e introspezione psicologiche. Il che ha definitivamente avvicinato questo tipo di "cartone animato" ad un pubblico maschile. Madoka Kaname e Sayaka Miki sono ragazzine come tante che un giorno conoscono Kyubei, una creatura magica in grado di realizzare un qualsiasi desiderio. In cambio le ragazze dovrebbero però diventare maghe che con i loro poteri dovranno combattere le streghe, creature malefiche che lanciano maledizioni sugli uomini. Tuttavia un’altra ragazza magica, Akemi Homura, cercherà di ostacolarle e di impedire che Madoka stringa il patto con la misteriosa creatura.
Un vecchio adagio consiglia di non giudicare mai un libro dalla copertina. Questa non sempre è una regola valida ma a Puella magi Madoka Magica si adatta perfettamente. Dando un'occhiata alla opening, ad alcune scene dell'anime o al tratto dei disegni, ai più potrebbe sembrare il classico "cartone animato" per ragazzine, con paladine della giustizia che se la danno di santa ragione e combattono contro i malvagi che minacciano la terra, ma invece non è così e ce ne rendiamo conto entro una manciata di episodi, quando la positività e la giocosità che caratterizzano il genere si dissolvono a favore di atmosfere più dark, di un'introspezione quasi cinica dei personaggi e di inserti weird che contrastano con i tipici toni pastello. Non fraintendetemi, si tratta comunque di un prodotto per adolescenti che non perde mai quella scintilla di speranza che vuole instillare nei suoi giovani spettatori. Ed è proprio la speranza il fulcro di dodici episodi in crescendo che raccontano sì la classica storia di amicizia ma lo fanno sovvertendo i cliché, soffocando la spensieratezza con l'ansia delle responsabilità, il bene comune con l'autoaffermazione e l'universale con il circostanziale. Bene e male non esistono e si confondono, i buoni non sono poi tanto buoni e non combattono i malvagi semplicemente per amore di giustizia ma perché farlo è il giusto prezzo da pagare per realizzare un proprio desiderio.L'opera di Akiyuki Shinbō è un susseguirsi di combattimenti all'ultimo sangue che non sempre si concludono come ci si aspetterebbe, lasciando con l'amaro in bocca chi guarda. Le maghette, al di là dei costumini colorati e vivaci e dell'aspetto da bamboline, vivono il dramma della crescita e lo sommano a quello che comporta un ruolo che di infantile non ha nulla, cercano il loro posto nel mondo e ciò che le caratterizzi in quanto persone e adulte. Persino il personaggio che dovrebbe avere un ruolo guida nelle loro vite sovrannaturali si rivela da subito non è il classico kawai ("animaletto magico") alla Sailor Moon ma un essere complesso e ambiguo dai tratti diabolici. E di diabolico Kyubei propone anche un patto, quello di realizzare un qualunque desiderio in cambio dell'"anima" di una ragazza prescelta, della sua esistenza intesa entro parametri di normalità: combattere contro le streghe è un lavoro a tempo pieno che comporta solitudine e sofferenza... ma l'amore è una variabile che può far la differenza. E infatti se la disperazione è una malattia che colpisce chi si sente soffocare da una quotidianità che non fa prigionieri, l'amore - che è sacrificio - può riaccendere la speranza e ridare senso a un'esistenza che sembra averlo perso per sempre. Per tutti questi motivi Madoka Magica è un anime diverso dal solito, cinico, crudele e bastardo. E alla fine anche questo può fare la differenza per lo spettatore, orientale o occidentale che sia.
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