Magazine Società

Puf!

Creato il 16 febbraio 2015 da Malvino
Ogni volta che so di cristiani perseguitati o uccisi in terra d’islam, qui sgozzati, lì bruciati vivi, l’istinto mi muove a compassione. L’istinto, tuttavia, come ben sa chi ne ha studiato la natura, sta tutto in meccanismi riflessi, non mediati, nient’affatto ponderati, sicché a lasciarlo fare si può esser certi di sbagliare. Allora in mio soccorso chiamo la ragione, che non si fa pregare e prontamente accorre col suo cassetto degli attrezzi. Per la compassione che d’istinto mi prende per i cristiani perseguitati o uccisi in terra d’islam, ne usa uno che somiglia a un regolo millimetrato, col quale mi dà sempre misura esattamente coincidente tra il martire e il pezzo di merda. Detta così, però, mi rendo conto che la cosa possa sembrare poco chiara, e allora passo all’esempio.
I copti decapitati dall’Isis, avete presente? Quando ho saputo, il cuore mi si è stretto da far male: «Povera gente», mi son detto, e giù a commiserare, afflitto da una pena immensa. Non fosse accorsa la ragione – e qui vi prego di credermi, non esagero – temo sarei morto dal dolore. Ma per fortuna non s’è fatta attendere: è subito arrivata e m’ha messo sotto il muso un post di Berlicche.    «È fuori di dubbio che, in Libia come in Danimarca, stiamo raccogliendo quanto abbiamo seminato. Un tempo si diceva Horror vacui per indicare che, quando esiste un vuoto, c’è qualcosa che lo riempie. La natura aborrisce il vuoto. Ma talvolta ciò che lo riempie non è così piacevole. Se non ci fosse il vuoto, non fosse stato creato il vuoto tutto sarebbe stato molto diverso. È difficile occupare quanto è già pieno. È molto più semplice svuotare. Svuotare di ordine, svuotare di senso, svuotare di Dio. Un tempo Dio riempiva tutto il cosmo con la Sua presenza, tramite le sue creature. Poi si è deciso che erano le creature ad importare, e non Dio. E un creatore è diventato inutile e imbarazzante, perché stava là a ricordare che una creatura non può tutto: ad esempio, non può farsi da sé. Le cose imbarazzanti dapprima le si nasconde, perché non siano viste dagli ospiti; poi ci si libera di loro. Dio occupava uno spazio bello grosso. Grande è il vuoto che si è fatto. I nichilisti dicono che è grande come l’universo stesso e si sa, sono i nichilisti che oggi dominano le nazioni. Ma un nichilista non ha difese contro chi questo suo vuoto ipotetico, questo suo nulla mentale lo vuole occupare. Può solo continuare a ridere ebete, rivendicando la superiorità del niente, sperando che l’ingombro che ha usurpato il suo nulla cessi di esistere. Sciocco. Niente che esiste cessa di esistere. Né Dio, né ciò che ha preso il suo posto. Così l’orrore del vuoto si è trasformato in un altro orrore. Dal Dio che ha dato la vita per ciò che è, a ciò che sceglie di non essere, a chi toglie la vita di ciò che è per riempirlo di altro. Qualcuno che non sarebbe mai entrato se non l’avessimo fatto entrare, se non gli avessimo creato spazio, non avessimo creato un vuoto. Perché l’abbiamo già detto: quando c’è un vuoto qualcosa lo riempie. Noi siamo gli uomini vuoti, ci ricordava un poeta molti anni fa. E ciò che ora viene per noi ci riempie di orrore».
«Ma che carogna!», ho esclamato. E la ragione s’è limitata ad aggiungere: «Cristiano. Non copto, ma della stessa pasta». E allora, in un istante, la compassione – puf! – scomparsa. 

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Magazine