Sono in quattro, vengono da precedenti esperienze in varie band locali (operano a Trento) e fanno il loro esordio con questo ep autoprodotto. Il cantante, Riccardo Pro, è il vero motore della band. La musica che ci propongono è fatta sostanzialmente di note semplici e dirette (ispirate alla stagione dell’indie rock dei Novanta) e di assolo che all’occorrenza fanno tanto Built To Spill e dintorni (il finale della traccia più articolata, “Bigger Blue Sea”, per esempio). Il cantato sguaiato di “Universe”, invece, è affine a una forma di blues diremmo “intimista”, non distante in questo caso da grammatiche Ottanta e timidamente new wave. La finale “Terra” (qui invece il leader canta nella lingua madre) è traccia maggiormente diretta e – appunto! – terrigna, che gioca con decisione su cambi di tempo e ritmiche spezzate (io tendo a preferirli in questa versione). A conti fatti questo self-titled è solo un antipasto, quattro pezzi sono pochi per dare un giudizio più compiuto sul progetto. Attendiamo con fiducia un album intero.
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