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Pulire casa. Si omette l’articolo dando per assunto che a ognuno ne spetti una.
Si dice pulire casa quando la pulisci tu. Quando la puliscono altri si dice pulizie.
La casa va pulita come se nessuno ci stesse vivendo dentro e in modo che qualcuno possa viverci dentro. Perché questa condizione venga rispettata è necessario pulirla diverse ore al giorno, controllando periodicamente gli obiettivi raggiunti da un osservatorio esterno, quale ad esempio il pianerottolo.
L’alternanza di pulizia e controllo rigoroso non soddisferà comunque la norma, naturalmente asintotica. Contemporaneamente ai nostri sforzi, una moltitudine di processi e agenti di verso opposto cercherà infatti di renderli vani.
Tra i più noti, le cose per terra. Le cose per terra si muovono per la casa quando non sei a casa. Se di medie dimensioni è possibile spostarle o evitarle. Se molto piccole si possono schiacciare finché qualcuno non te lo fa notare. Se di grandi dimensioni non sono suscettibili di movimento ma possono nascondere cose per terra di medie e piccoli dimensioni. Se la propria casa ha molte cose per terra, può capitare di sentirsi in colpa. Raccoglierne o spostarne alcune può provocare un senso di sollievo. E’ possibile raggruppare grandi quantitativi di cose per terra in grandi scatole ma anch’esse si configureranno presto come cose per terra di grandi o medie dimensioni. E’ altresì possibile buttarne alcune ma spesso, nel raccoglierle, tornano alla mente possibili, imprevisti, futuri utilizzi – e si decide appunto di spostarle, riporle, sistemarle. Buttare via tutte le cose per terra, seppur gravoso, è possibile – ma renderà meno ovvio la funzione della casa, predisposta fondamentalmente a custodire cose.
Le parti della casa di minor interesse vengono rapidamente coperte da uno strato grigio comunemente chiamato polvere: prodotto dalle cose stesse, è un indicatore che ci ricorda da quanto tempo non interagiamo con una certa parte dell’abitazione. Da ciò possiamo dedurre che ogni abitazione dovrebbe estendersi per tanto spazio quanto riusciremo effettivamente a frequentare con regolarità. Chi ha spazi così ampi da non poter essere coperti con una frequenza che impedisca l’apparire della suddetta, normalmente assume una persona addetta a rimuovere l’indicatore-polvere dagli oggetti, di modo che sembrino effettivamente utili e funzionali all’esistenza di chi li possiede. Rimuovendo la polvere si stabilisce infatti una sorta di tregua con l’oggetto, cui viene dedicato un breve pensiero durante l’operazione. Spesso si preferisce spolverare oggetti-schermo per evitare il contatto diretto con l’oggetto abbandonato: è il caso delle mensole delle librerie, che non pretendono promesse e o scuse, e che vengono spolverate in vece dei libri stessi.
Il restante sporco presente nella casa può certo essere causato da una serie di fattori minori noti alla scienza e all’uomo della strada (la terra sotto le suole dopo i giorni di pioggia e le passeggiate per funghi, il sale, lo zucchero, gli stuzzicadenti, il riso soffiato), ma il loro impatto è considerato trascurabile: per giustificare la totalità dello sporco, si ricorre a teorie che spesso assumono i toni del mito o della leggenda – e che semplicemente interpretano paure e ansie della società. Una di queste riguarda l’esistenza dei cosiddetti acari, animali dalle caratteristiche mitologiche (invisibili, indistruttibili, dispettosi) che si nutrirebbero delle nostre stesse colpe (la polvere), per poi produrre feci invisibili e velenose nei luoghi che invece frequentiamo con assiduità (il letto, il divano). Non ci sono ad oggi fotografie o alcunché che testimoni l’effettiva esistenza degli acari (anche se la letteratura fantastica ha scelto da tempo di raffigurarli simili a degli animali preistorici) ma una pluralità di prodotti per difendersi dagli stessi è presente oggi sugli scaffali dei supermercati. Nel 2002 Todd Sonder, uno scienziato danese, ha provato a stare lontano dalla propria casa per 48 mesi dopo averla dotata di un sistema di monitoraggio video – nella speranza di poter assistere alla crescita incontrollata di una colonia di acari. Con suo sommo disappunto, i quattro anni di riprese sono trascorsi invano: non un solo acaro è stato inquadrato o intercettato, e Todd è rientrato nel suo appartamento con la certezza di essere solo.