I prodotti chimici che a volte usiamo per pulire casa, prima o poi arrivano nel piatto. E poco conta acquistare cibo biologico se non prestiamo attenzione ai ritrovati chimici da cui ci lasciamo accerchiare.
Mi è rimasta impressa questa considerazione emersa durante il convegno sull’eco bio detergenza al Sana di Bologna. In effetti è così.
A cosa serve andare alla ricerca del pomodoro bio a km zero, se poi lo dimentichiamo in ammollo con un disinfettante di sintesi chimica per alimenti e lo gustiamo in un piatto lavato con un sapone super aggressivo – magari non risciacquato neanche alla perfezione – e per giunta contenuto in un flacone di plastica?
Meglio, invece, unire al cibo sano una detergenza della casa e della persona che rispecchi il criterio di salvaguardia dell’ambiente.
Come si riconoscono questi prodotti?
Dalle certificazioni di sostenibilità stampate sulle confezioni, dagli ingredienti naturali utilizzati (devono essere completamente biodegradabili), dai test sulla soglia di sicurezza cutanea di nichel, cromo e cobalto (allergie tra le più diffuse) e dal flacone che dovrebbe essere riciclato al 100% e riciclabile.
Anna Simone