Pensiamo a quali aree della nostra città grigie e nebulose vorremmo riqualificare. Pensiamo a quante cose nuove potremmo farci e quanta cultura potremmo aggiungervi, pensiamo anche a quanti accorgimenti di green-building potremmo avere per la loro progettazione. Ecco, ora che avete pensato, pensato e ripensato è arrivato il momento di metterlo in pratica e avete tempo solo fino al 5 ottobre di ogni anno fino al 2017 per poter promuovere il vostro progetto secondo le linee guida del D.L. 83/2012.
Dall’art. 12 del D.L. 83/2012 si legge:
“…Ai fini della predisposizione del piano di cui al comma 1, i comuni inviano alla Cabina di regia proposte di Contratti di valorizzazione urbana costituite da un insieme coordinato di interventi con riferimento ad aree urbane degradate, indicando:
a) la descrizione, le caratteristiche e l’ambito urbano oggetto di trasformazione e valorizzazione;
b) gli investimenti ed i finanziamenti necessari, sia pubblici che privati, comprensivi dell’eventuale cofinanziamento del comune proponente;
c) i soggetti interessati; d) le eventuali premialita’; e) il programma temporale degli interventi da attivare; f) la fattibilita’ tecnico-amministrativa. 3. La Cabina di regia seleziona le proposte sulla base dei seguenti criteri: a) immediata cantierabilita’ degli interventi; b) capacita’ e modalita’ di coinvolgimento di soggetti e finanziamenti pubblici e privati e di attivazione di un effetto moltiplicatore del finanziamento pubblico nei confronti degli investimenti privati;
c) riduzione di fenomeni di tensione abitativa, di marginalizzazione e degrado sociale;
d) miglioramento della dotazione infrastrutturale anche con riferimento all’efficientamento dei sistemi del trasporto urbano;
e) miglioramento della qualita’ urbana, del tessuto sociale ed ambientale…”
Non siete architetti? Non siete urbanisti, ingegneri, geometri, addetti alla materia e neanche lavorate in comune? Non c’è problema! Possono essere formati gruppi di lavoro, sotto forma di osservatori urbani, cooperative, associazioni, fatti di cittadini che con il supporto di tecnici e appassionati mettano in piedi con le proprie forse un progetto da presentare poi ai propri comuni e sensibilizzarli alla partecipazione (se non lo hanno già fatto prima loro). Operate nell’ottica di quel laboratorio partecipato di cui avevamo parlato in un altro post e fatevi sentire con moderazione, con entusiasmo e con sani e buoni principi. Come credete che sia stato messo in piedi il progetto per l’eco-quartiere di Vauban? Il recupero delle aree urbane dismesse e degradate può portare tanta positività alla città, ma anche ricchezza. Se parlo di riqualificazione però non intendo certo associarla a fenomeni speculativi (purtroppo frequenti in certi casi e dei quali ho sufficientemente detto in un apposito post). Un quartiere da recuperare può includere svariate possibilità e se vi aggiungete come detto, l’elemento “cultura” vedrete che non vi deluderà, ma anzi vi arricchirà ulteriormente sia lo spirito che le tasche. Specie in un paese come l’Italia, la prima carta da giocare dovrebbe essere proprio quella del suo patrimonio culturale. L’incentivazione delle attività culturali in ambienti attualmente degradati può automaticamente far girare la ruota delle possibilità anche di un piccolo paese, con il turismo, con gli spettacoli, con le mostre. L’obiettivo non sarà solo quello di rimettere in piedi i vecchi mattoni, ma anche quello di metterli a frutto e non solamente con la costruzione di centri commerciali ormai inflazionati. Quando non sanno che fare, “tac”…ci infilano un bel Centro Commerciale che per quanto a volte belli, avveniristici e con l’occhio eco-sostenibile, sono sempre dei centri commerciali. Ragazzi, facciamo in modo che ci siano nuovi panorami nelle nostre città.
Giulia