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Questo film è l’ultimo della trilogia pulp di Tarantino, dopo Una vita al massimo e Le iene. Si aggiudicò numerosi premi, tra cui la Palma d’oro al festival di Cannes del ’94 e la miglior sceneggiatura originale agli Oscar del ’95. In Italia venne vietato ai minori di 18, censura che venne tolta nel 1997. Il cast che ha scelto Tarantino per questo successo, dice tutto.
Non si può evitare di dire che il film è particolare e, seguendo fedelmente lo schema dei primi due film della trilogia, è articolato in tre episodi che vengono mescolati tra loro in una sorta di percorso circolare che finisce completando la scena iniziale all’Hawthorne Grill.
I tre episodi che ho appena citato sono collegati ad una persona, il boss di Los Angeles Marcellus Wallace, che viene continuamente nominato, ma appare in pochissimi attimi. Solo nell’ultimo episodio è continuamente presente. I suoi due killer invece, Vincent Vega e Jules Winnfield, sono i personaggi principali del film: in tutti gli episodi devono affrontare situazioni altamente pericolose, ma lo fanno in maniera molto ironica e a volte disinteressata a mio avviso, rendendo la drammaticità delle scene altamente superficiale, di ordinaria consuetudine. I personaggi che incontrano non sono da meno, da criminali a persone normali, da spacciatori a individui con mansioni inventate dal regista, di consueto non ce ne è uno.
1° EPISODIO
Nel primo episodio Vincent e Jules si devono recare in un appartamento abitato da uomini che hanno sottratto una valigetta (il cui contenuto non verrà mai inquadrato ma dati i riflessi dorati sulle facce delle persone che la aprono si presume ci siano dentro lingotti d’ oro) al loro capo Marcellus. Due situazioni sono esemplari in questo episodio: il primo è il dialogo tra i due killer mentre si stanno recando all’appartamento in macchina, seguito da una discussione quasi filosofica che distolgono l’attenzione da quello che si potrebbe intuire successivamente. L’altra è una citazione della Bibbia (Ezechiele 25-17, che non esiste) che recita sempre Jules prima di uccidere una persona.
2° EPISODIO
Nel secondo episodio Marcellus, che deve allontanarsi dalla città per un giorno, ordina a Vincent di portare la propria moglie Mia Wallace fuori a cena e di farle passare una serata piacevole. Dopo qualche presa in giro dai suoi colleghi, Vincent si reca a casa del boss e porta Mia al Jack Rabbit Slim’s, un famoso locale in tema anni ’50. Passato alla storia il famoso ballo che fanno i due personaggi sulle note di Never Can Tell di Chuck Berry. Quando tornano a casa però la serata non è finita, e Vincent dopo un mix di alcool, eroina e musica, si troverà ad affrontare una situazione al limite dell’infarto.
3° EPISODIO
Il terzo e ultimo episodio si stacca leggermente dai primi due. Marcellus ordina a Butch Coolidge, un pugile molto in gamba, di finire al tappeto in cambio di una somma di denaro considerevole. Il pugile prende i soldi però, memore dell’onore dei propri avi di cui ha ereditato un orologio da cui non si divide mai, decide di battersi lealmente, procurandosi così l’inimicizia del boss che cercherà di ucciderlo. Anche qui le stranezze non mancano, e le coincidenze sono molto azzardate.
Il film finisce proprio dalla scena con cui è cominciato. No, no! Non è quella dei due killer nella macchina, quello è l’inizio della storia! E… no, non è la fine della storia!
Elena
Nel video una scena:
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