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Puma, maglia Italia per la Confederations Cup 2013

Creato il 19 marzo 2013 da Scurati @amalamaglia

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La nuova divisa per gli Azzurri del calcio commentata nella review dei designer Francesco Sposato e Christopher Loretti


Puma ha presentato al Centro Tecnico Federale di Coverciano il nuovo completo da gara della Nazionale Italiana di calcio realizzato per la 9ª edizione della Confederations Cup 2013 e che sarà indossato per la prima volta sul campo nella prestigiosa amichevole di giovedì sera contro il Brasile, Paese ospitante della prossima competizione internazionale di giugno.

Giorgio Chiellini, uno dei giocatori Azzurri presenti alla conferenza stampa di presentazione della nuovo kit Puma, ha commentato: “Il design è davvero originale, mi ha colpito soprattutto vedere i colori della nostra bandiera italiana inseriti nei dettagli della maglia. Indossare la divisa della Nazionale mi riempie sempre di orgoglio e mi impegnerò al massimo per far parte della Squadra che rappresenterà l’Italia alla prossima Confederations Cup”.

Volfango Bondi, general manager Europa di Puma ha aggiunto: “Siamo orgogliosi che la Nazionale Italiana abbia conquistato la qualificazione alla Confederations Cup dopo le eccezionali prestazioni di questa estate in Polonia e Ucraina. Per onorare questo risultato abbiamo voluto creare un nuovo kit da gioco che trasmettesse un sentimento di vero orgoglio nazionale e per cercare ancora una volta, insieme agli Azzurri e a tutto il team, di raggiungere i migliori risultati anche in questa importante competizione”.

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Il blog “Ama la Maglia” ha raccolto il commento di due designer italiani che hanno risposto con entusiasmo alla proposta di una review della nuova maglia Puma per l’Italia. Molto interessante il loro giudizio perché aggiunge un’esame critico da addetti ai lavori.

Francesco Sposato è un designer che ha creato maglie per squadre di volley e un suo portfolio è disponibile su Manifactory.com.

La nuova divisa della Nazionale Italiana sviluppata da Puma per la Confederations Cup è decisamente un buon prodotto. Lo è in senso assoluto sul piano tecnico e di sostenibilità. Posso dire di più da un punto di vista estetico. La profonda scollatura a V e la forma delle maniche a raglan sono una nota vintage che contrasta con lo stile innovativo di tutta la divisa.

Infatti la scelta cromatica rispecchia la più recente tendenza a inserti fluo che qui seguono i bordi del collo e delle spalle. Sono sempre un po’ scettico di fronte all’introduzione forzata del Tricolore, anche se devo ammettere che in questo caso è stato risolto con una certa originalità riportando verde e rosso rispettivamente su manica destra e sinistra. In nome della coerenza avrei preferito vi fosse rimarcata la presenza dell’azzurro fluo.

Trovo che il livello qualitativo generale della maglia sia elevato e ricercato anche in virtù dei giochi di luce che la texture traslucida, riportata sulla parte alta-frontale, regala. Mi ricorda un po’ la vecchia divisa della nazionale italiana di rugby e l’avrei ripreso anche in altre parti della maglia come maniche e schiena. Mi stupisco e mi chiedo perché non abbiamo perseguito questo motivo anche nel realizzare la grafica della numerazione e del naming dei giocatori che invece si rifanno ad uno stile 3D e spigoloso totalmente incoerente con la sinuosità della maglia e — mi permetto di dubitare — poco televisivo.

Quest’ultima però è l’unica vera nota stonata in una divisa che nel suo insieme è invece ben curata e apprezzabile per il grado di innovazione che meritava di essere esplicitato questo più possibile.

Christopher Loretti è un designer freelance lombardo che ha lavorato con Garman per realizzare la maglia del Unione Sportiva Pergolettese.

Parto schietto e diretto dicendo che la nuova maglia dell’Italia che verrà utilizzata in Confederations Cup 2013, per svariati motivi che spiego di seguito, non mi piace. In primis non gradisco l’asimmetria che si è venuta a creare facendo un bordo manica verde e uno rosso; così come non mi piacciono gli inserti laterali bianchi a fondo maglietta. Capisco che in una visione d’insieme questi dettagli dovrebbero richiamare il Tricolore della bandiera italiana, ma dal mio punto di vista fanno il loro dovere fino a un certo punto.

Mi spiego meglio: il verde, il rosso e il bianco dovrebbero essere sempre a contatto tra di loro e non separati come in questo caso; per di più qui sono a contatto direttamente con l’azzurro creando così la combinazione cromatica della bandiera dell’Azerbaijan, per questo la casacca in questione sarebbe più adatta alla nazionale azera che alla nostra.

Noto che è ancora presente la texture traslucida di fondo tipica della collezione Puma Power. A tal proposito tale trama l’avrei evitata completamente oppure in alternativa l’avrei applicata su tutta la parte frontale (come sulla casacca di Euro 2012); solo sul petto ha poco senso a mio parere. L’unica nota positiva di questa texture è il fatto che termina a “V” seguendo la conformazione dello scudetto della Figc. Trovo poi inutili i dettagli color celeste di colletto, font e cuciture delle maniche; in particolare queste ultime perché creano un effetto “canottiera”. Apprezzo invece la conformazione del colletto (in stile vintage), la tonalità di azzurro (più tendente al blu royal) e la vestibilità slim-fit.

Passando ai calzoncini mi sembrano abbastanza semplici, quindi non li giudico male anche se non mi fanno impazzire. Forse l’inserto azzurro sul retro poteva essere meno spesso. Preferisco comunque quelli in dotazione nel kit di Euro 2012. Discorso simile anche per i calzettoni: secondo me sono perfetti quelli utilizzati allo scorso europeo. Questi per la Confederations Cup 2013 sono troppo ricchi di dettagli, il profilo celeste e gli inserti laterali curvilinei bianchi li appesantiscono parecchio.

Mi aspettavo un’altra font e non ancora la Puma Gaffer. E poi perché insistere con i nomi in minuscolo? A me proprio non mi piacciono. La Puma Gaffer ha un buon risalto se a tinta unita, “piatta” e non con effetti 3D o di ombreggiatura; viceversa rende meno a mio avviso. Positivo il fatto che sia stato utilizzato poliestere riciclato per la confezione della maglia, strizzando così l’occhio all’ambiente e all’ecosostenibilità.

In definitiva non trovo ben riuscita questa divisa, ma forse perché mi aspettavo qualcosa di più retró che attingesse a una divisa del passato, un po’ come ha fatto la stessa Puma con l’Uruguay oppure adidas con la Spagna o ancora Nike con il Brasile. Inoltre il template “riservato” all’Italia per la Confederations Cup 2013 non è esclusivo, ma in parte già utilizzato da Puma per lo Shimizu S-Pulse (squadra giapponese). Inoltre mi sa, ma è una mia impressione, di modello da allenamento; forse sarà per via di quelle cuciture nel giro-manica. Dico quindi che Puma ha sbagliato nel realizzare questo tipo divisa, ma l’errore sta a monte ed è il seguente: perché “bruciarsi” il remake della divisa del Mundial ’82 per un’unica partita, Italia-Inghilterra del 15 agosto 2012? Non si poteva giocare quella partita con la normale maglia dell’Europeo e proporre quella sulla base del 1982 per la Confederations? Secondo me sarebbe stata la soluzione migliore.

Tagged with: calcio • Confederations Cup • Italia • Puma
 

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