Uno dei "Tre Studi Per Figure Alla Base Di Una Crocifissione", 1944
Francis Bacon
La mia giornata inizia come tutte le giornate delle persone qualunque. Mi alzo, mi stiracchio, aspetto un po’ prima di mettere i piedi fuori dal letto. O fa troppo caldo o fa troppo freddo, a seconda delle stagioni, a seconda di come giri quella mattina. Alla fine scendo. Che poi non è che sarebbe proprio la fine, ma l’inizio. Scendo, qualche volta sono già giù. Hai capito bene, down down down. Un sospiro, ché a fare un respiro grosso non è che ci riesca poi sempre. Mi applico e appiccico tutto quel sospiro alla mia giornata che nasce stanca e che cerco di svegliare in tutti i modi. Una bella lavata di faccia che poi non serve nemmeno tanto perché allo specchio non mi guardo neanche più, ma non posso certo andare in giro con gli occhi cisposi!Mi sono alzato, ho la faccia pulita, ma sono ancora in mutande. È inutile che ti dica che quello che mi vedrai addosso, di lì a poco, non è che il bottino una pesca alla cieca nell’armadio. Pesco quello che posso e se viene fuori un paio di calzoni a quadri insieme a una maglia a pallini, sai che ti dico? Chi se ne frega! Mi accorgo adesso che ho comprato una maglia a pallini. Non sono sorpreso. Io non vedo mai niente per davvero, sarà stata lei a fissarmi e a saltare nella busta. Le maglie a pallini si infilano ovunque, sì, si infilano anche lì, hai capito bene. Questa qua si è infilata nella busta del supermarket. Io compro sempre vestiti al supermarket. Adesso sono anche vestito. Sbadiglio, mi stiracchio, ciondolo verso la scarpiera. Stesso metodo che per i vestiti: scarpe viola, quelle del funerale di Luigino. Viola, insieme alla maglia a pallini e ai calzoni a quadri, niente calzini che non so dove trovarli. Tant’è. E che ci faccio vestito così? Esco!No!Ho solo voglia di urlareeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!Io non vedo niente perché non voglio vedere niente. E sai perché? Perché nessuno vede me. Perché io dovrei sforzarmi a guardare qualcuno o qualcosa? Magari con la maglia a pallini qualcuno si accorge di me. Tanto lo so che continuerà a non vedermi nessuno. Ah, ma io lo trovo il modo, sì che lo trovo. Se nessuno mi guarda faccio come quella stramaledettissima maglia a pallini. No, niente salti nelle busta del supermarket, ma un salto nel buio, appena volti l’angolo, sì.“È buio, non ti ho visto”, mi dici sempre quando salto fuori all’improvviso.“Peggio per te!” ti rispondo un attimo prima di tirati il collo come si tira a un’oca da spennare e cucinare. Sei fortunato che non sappia cucinare e che le persone come te mi restino sempre sullo stomaco. Ti lascio lì e poi mi godo lo spettacolo della tua carcassa esanime nel notiziario di prima mattina. Perché non te l’ho detto, ma io la mattina, tra la pesca nell’armadio e la scarpiera, tra una sciacquata di viso e uno sbadiglio, mentre sono impegnato a non guardare niente, una cosa, solo una la guardo: il notiziario della mattina. In quel momento mi sento felice, è l’unico momento della giornata in cui so che sanno che esisto. Mi basta accendere la TV e dall’altra parte c’è qualcuno che mi guarda e soprattutto mi cerca.Sai che ti dico? Torno a dormire, tu non puoi più farlo o lo stai facendo per sempre. Io stanotte ho da fare e devo riposare. Ci vediamo domani mattina alla solita ora, sul canale di sempre. Tu sarai una carcassa tra le tante, io sarò l’uomo che tira il collo nel buio, che tutti cercano e che nessuno vede.