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Ho soltanto cambiato casa.
Prima alloggiavo presso la casa del mio capo. Avevo una cameretta tutta per me e il permesso di utilizzare tutto quanto, quindi potevo pescare dal frigo, servirmi della lavatrice, dell'automobile e della connessione internet. In occasione del compleanno del mio capo (evento che vi descriverò nel dettaglio in un prossimo post) mi è stato proposto di traslocare in un appartamento indipendente per far posto agli ospiti che sarebbero giunti per l'occasione anche da lontano.
Naturalmente avrei dovuto pagare l'affitto del nuovo appartamento. Per me andava bene. In questo modo avrei perso sì dei soldi ma avrei anche avuto modo di sincerarmi se vivere in Norvegia a fare il boscaiolo fosse o meno conveniente applicando la formula:
Guadagno = Salario – (Affitto + Vitto).
E poi un po' di distanza col capo non poteva che portare giovamento; intendiamoci la convivenza andava benissimo però credo che il detto che l'ospite sia come il pesce che dopo tre giorni puzza abbia valenza internazionale.
Sembra incredibile ma nella valle di Målselv è difficile trovare appartamenti vuoti. Provammo prima con il genero del mio capo che aveva una casa nel centro di Rund Haug che in dicembre sarebbe stata trasformata in uno studio medico nel quale si sarebbe installata la moglie.
L'appartamento era un po' squallido, senza mobili, reti dei letti abbandonate un po' dappertutto. Mi ci sarei anche trasferito, il problema era che qualcun altro lo aveva già occupato. Sulle reti c'erano sacchi a pelo e sul tavolo i resti dell'ultimo pranzo. Allora il genero del mio capo mi informò che prima di partire per le vacanza i ragazzi del piano di sotto avevano chiesto di poter occupare anche quell'appartamento. Gli avevano promesso che gli avrebbero inviato una lettera che però il genero non ricevette. Morale: non se ne fece nulla. Sulla strada del ritorno il genero, un manager con i capelli pettinati all'indietro e la puzzetta sotto il naso ripeteva: “Every day there's a new surprise!”
Va beh! Allora il mio capo contattò suo figlio il quale è direttore di un centro di accoglienza per ragazzi disadattati che mi propose di usare una delle case del centro ma dovevo sbaraccare in caso di nuovi arrivi. Accettai.
La casa è più che decorosa. Interamente costruita in legno e immersa nel verde, luminosissima, conta di una sala – cucina, un salotto con televisione, due bagni e quattro camere da letto singole.
L'unica pecca è fuori dalla zona wireless e quindi non posso connettermi ad internet.
L'arredamento è moderno e di stile nordico, aprite un catalogo Ikea e capirete.
Sarebbe da attaccarci un migliaio di palloncini, come nel film “Up” della Pixar e trasportarla a Verona per utilizzarla come foresteria per i volontari dell'associazione. Sono sicuro che nessun volontario oserebbe fare un'osservazione del tipo, è piccola, è scomoda, non c'è privacy.
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