Sabato 28 luglio è stata l’ultima giornata di pubblicazioni della versione cartacea per il «Nuovo Giornale di Bergamo» che si è congedato dalle edicole, e dai lettori, per restare solo online. Edizione per la quale è stato pero’ confermato solo il contratto del direttore.
Per la testata locale lombarda il bilancio 2011, pubblicato proprio in questi giorni, si è chiuso con un attivo di 13mila euro, evidentemente troppo poco per l’editore, Paolo Agnelli [industriale del settore pentole a capo della "Agnelli metalli" e presidente di Confapi Lombardia] che ne ha deciso la chiusura. Secondo quanto riportato dovrebbe sopravvivere il supplemento mensile «Bergamo Economia», che potrebbe diventare settimanale.
Stessa sorte per «El Punt Avui», giornale della provincia di Valencia in Spagna, che ha dedicato tutta la prima pagina di ieri all’annuncio della cessazione delle pubblicazioni dal 3 di agosto venturo. Data dalla quale. anche in questo caso, esisterà soltanto la versione online.
Nonostante la fusione di circa un anno fa tra «El Punt» e l’«Avui», altro quotidiano regionale di proprietà dello stesso editore: Corporació Catalana per Hermes, la cui somma avrebbe dato una diffusione di 260mila copie, non vi sono stati i risultati attesi e si è scesi rapidamente a 202 mila copie in pochi mesi dall’aggregazione dei due giornali.
Numeri che, dopo l’annuncio di poco più di un mese fa di riduzione degli organici, ne hanno decretato la fine nonostante la forte specializzazione locale a cominciare dal fatto di essere scritto in catalano – valenciano. Continua la pubblicazione delle altre testate del gruppo editoriale spagnolo.
Segnali evidenti di come anche le testate che si concentrano su una specifica realtà locale, sia essa provinciale o regionale, abbiano forti problemi di sostenibilità in tutta Europa. Tendenza confermata ulteriormente dalla negatività dei risultati del primo semestre per Caltagirone Editore [«Il Mattino», «Il Messaggero» ed «Il Gazzettino»] con il margine operativo lordo che è stato negativo per 7,4 milioni – positivo per 6,8 nel 2011 – e il risultato operativo in negativo per 12,9 milioni – positivo per 763mila euro l’anno scorso nello stesso periodo -.
Punto e a capo.