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Punto e a capo (ciao asilo, ciao)

Da Marisnew
Cara Lilli,
scrivo questo post dopo essermi presa qualche giorno di tempo per "metabolizzare" gli eventi di cui andrò a parlare. 
E' stato incredibile. Sapevo che sarebbe stato un momento importante, un momento di passaggio, la chiusura di un'epoca. Eppure non immaginavo quanto veramente sarebbe stato emozionante per me

Certo, per me. Perchè è vero che è la monella ad aver finito l'asilo (o scuola dell'infanzia) ma nessuno più di me può sapere cosa ciò significhi: io so davvero cosa si lascia dietro le spalle la mia piccina e cosa sono stati questi 3 anni di asilo.

Mi sembra ieri che varcammo la soglia di quella piccola struttura, io, mio marito e la monella, con lei che trasportava incerta il suo mini-trolley, senza aver ben chiaro cosa stesse andando a fare. Non sapeva dire neppure una sola parola. Aveva il pannolino. Presentava stereotipie piuttosto marcate. Non sapeva giocare. Non socializzava con nessuno. Però non pianse, nè quel primo giorno nè i seguenti. E quasi mai ha pianto o fatto capricci perchè non voleva andare all'asilo in tutti tre gli anni (giusto in qualche rara occasione, ma ha sempre smesso subito una volta arrivata a destinazione).
Ricordo che quel primissimo giorno pensai: "Dovrà trascorrere ben 3 anni qui! C'è tempo per preoccuparsi del futuro, della suola elementare e tutto il resto".
Mi sbagliavo: il tempo è volato.

Ma non è trascorso invano, per fortuna!L'ultimo giorno dell'ultimo anno di asilo, ossia giovedì scorso, la monella ha salutato tutte le maestre (ed erano ben sei, di cui due della sua sezione, due dell'altra sezione, la sua maestra di sostegno e la maestra di sostegno di un'altra bimba) saltellando dall'una all'altra; ha abbracciato anche la bidella con affetto, ha distribuito baci, ha detto "Ciao!" e anche "grazie!", con un sorriso che era un pò malinconico, ma era pur sempre un sorriso. 

Lei non ha pianto, così come non aveva pianto il primo giorno del primo anno.

Ho pianto io per tutte e due. E non intendo una leggera commozione, Lilli. Io ho proprio pianto. 

Lacrime di tristezza per ciò che la monella lascia dietro di sè, per tutte quelle brave maestre che l'hanno amata (e che giovedì avevano gli occhi lucidi nel salutarla...) e che le sono state vicino giorno dopo giorno, aiutandola e sostenendola, per quell'ambiente accogliente che era oramai diventato una seconda casa per lei, per i giochi, le canzoncine, la spensieratezza...
Lacrime di gioia perchè ora parla, non ha più il pannolino, si aperta al mondo intorno a sè, ha stereotipie molto meno evidenti, interagisce con gli altri sempre meglio, ha approcciato il pregrafismo (ostacolo che sembrava quasi insormontabile un annetto fa)...
E ho continuato a piangere anche in auto, nel tragitto di ritorno da scuola. E ho pianto un altro pò finanche una volta salita a casa!

Ti dirò di più, Lilli. Ho avuto un pò di paura (diciamo pure un bel pò di paura) non molto tempo fa. 

Quando si stava avvicinando questo momento di addio mi è presa l'ansia perchè ho temuto che io e mio marito, in accordo con il Gruppo H (quindi lo psicologo, l'insegnante di sostegno e un'insegnante di sezione) avessimo sbagliato a decidere di far passare la monella regolarmente alla scuola elementare (o primaria), invece di aspettare un anno in più. 

Ho avuto paura perchè ho pensato a quanto fosse oramai prossimo questo cambiamento, che è già un bel salto nel vuoto un pò per ogni bimbo, figuriamoci per chi ha un qualsivoglia disturbo.Ho messo in dubbio i discorsi fatti col Gruppo H su come in questi ultimi mesi la monella sia progredita ancora e abbia raggiunto un livello cognitivo che in alcuni casi è addirittura superiore ad altri suoi compagnetti; su come abbia dimostrato di essere maturata tanto da far ben sperare per le lacune che devono essere invece colmate e su quanto abbia bisogno di essere stimolata e indirizzata verso nuovi percorsi, proprio per non frenare questo trend positivo.

E' naturale, in fondo. E' la normale paura dell'ignoto. L'asilo oramai era una  sicurezza, un guscio protettivo. La scuola elementare è l'incognita, il passo avanti.

Ma sai quando ho scacciato questa paura? E' stato quando hanno fatto la cerimonia di consegna dei diplomini ai bambini che hanno terminato il ciclo di scuola dell'infanzia, due settimane fa.

Ho visto la mia monella uscire dalla porta dell'aula dove avevano portato i piccoli diplomandi (!) appena hanno annunciato il suo nome e cognome: ha attraversato da sola il corridoio sulle note di una musica alquanto assordante, tra due fila di genitori, nonni, zii ecc. festanti, con in testa il suo bel tocco fatto di cartoncino nero; è arrivata dalla maestra che consegnava i diplomini, si è fatta scattare la foto di rito e poi ha cercato di prendere il microfono dalle mani della maestra, che le ha chiesto "Ma...vuoi dire qualcosa?"...e lei ha afferrato il microfono e ha esclamato un gioioso "CIAOOOOO!!!".
Ecco. E' bastato questo a farmi commuovere (che novità) e a farmi pensare che si, la monella è pronta per questo passo. 
Ne vedremo delle belle, è ovvio: io avrò di nuovo dei dubbi, lo so; ci saranno  novità da assimilare, difficoltà da superare (specie visto che non siamo riusciti ad ottenere il sostegno per l'intero orario settimanale...ma questa è un'altra storia...). 
Sarà una bella sfida, insomma. Ma la monella è pronta ad affrontarla. E io con lei. Punto e a capo.
PS: il monello a settembre comincerà a frequentare l'asilo proprio dove è andata anche la monella...quindi io continuerò a vedere (con piacere) le sue vecchie maestre e anche lei potrà salutarle quando andremo insieme a prendere il monellino :-)

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