“Cacciatori di sogni”.
E già il titolo vale quegli 11 euro circa.
Un romanzo grafico. Edito dalla Vertigo.
Qui, alcuni di voi, potrebbero rimanere perplessi. Essere diffidenti. Se non addirittura storcere il naso e pensare, mentre girate tra le dita un bicchiere di vino bianco (cosa che no, proprio non si fa…) “…queste cose non fanno per me… se non sono almeno 2784 pagine di saggio, non è abbastanza impegnata come opera per i miei canoni.”
Ecco, se questo è quello che vi è balenato nella mente, le cose sono due. O chiudete questa pagina sbrigativamente e andate a trastullarvi con “La società in accomandita semplice- The Revenge”, oppure continuate la degustazione alcolica e provate ad approcciare ad un genere meno noto e, nondimeno, ugualmente impegnativo.
Autore. Neil Gaiman. Uno scrittore poliedrico. Geniale, a suo modo. Vincitore del Bram Stoker Award 1999 per la narrativa illustrata. Pluri-vincitore del Premio Hugo nel 2003 e nel 2004 e ancora nel 2009. E questa non è che la punta dell’ iceberg.
Ma Gaiman è innanzitutto il creatore di Sandman, una delle rare serie a fumetti che costituiscano una vera e propria opera letteraria. Un capolavoro. “Sandman”. “L’uomo della sabbia”. Nel folklore inglese, colui che getta polvere sugli occhi dei bambini per farli addormentare. Il Signore dei Sogni. Lord Morfeo. O meglio, Il Sogno.
Le cose non serve che siano accadute per essere vere. I Racconti e i Sogni sono le verità ombra che dureranno quando i semplici fatti saranno polvere e ceneri, e dimenticati.” (Sogno in “Dream Country) .
Illustratore. Yoshitaka Amano. Tra le altre attività , il character designer dei vari Final Fantasy.
“Cacciatori di Sogni”. Una reinterpretazione di un’antica storia mitologica giapponese, di cui Gaiman venne a conoscenza grazie ad uno scritto del reverendo B.W. Ashton, il cui titolo era “La volpe, il monaco e il Mikado di tutte le notti”.
Ambientazione: Antico Giappone.
Domanda fondamentale: può una volpe innamorarsi di un monaco?
Precisiamo. Nella cultura giapponese la volpe rappresenta un kami, una forza straordinaria che ha a che fare col tuono, con l’eco e con i dragoni. Questa, può assumere le sembianze di una splendida donna, per sedurre giovani uomini e assorbirne l’essenza vitale (in Giappone, questo è antropologicamente interessante, l’essere posseduti da una volpe viene tuttora considerato un disturbo molto serio).
Un monaco. Nella cultura giapponese, come nella nostra, (seppur con delle differenze), un essere umano dedito alla preghiera, alla meditazione, alla contemplazione.
Come in molti eventi della nostra vita, anche in questa storia tutto si origina da una scommessa. Un gioco. Un diversivo. Un “tanto che vuoi che succeda…?” Un tasso e la piccola volpe scommettono. Quello che la volpe no, non ha considerato, è che la posta in gioco finirà per essere il suo cuore. E si sa, tutti i cuori hanno la stessa forma, sia che appartengano a un ventenne che studia architettura, sia che battano dolcemente nel petto di un kami.
L’archetipo della furbizia e della scaltrezza abbigliato come un Romeo dalle fattezze orientali. Una ammaliante donna-volpe dagli occhi verdi che dovrà trovare il modo di salvare un bonzo da un onmoyoji, un Maestro di Yin-Yang, che trama per ucciderlo.
Ciò che possiede di straordinario questo volume risiede in tre caratteristiche. Primo. La magistrale capacità di fondere elementi della cultura occidentale (tra cui, una menzione particolare merita il personaggio di Matthew, un corvo che prima era un poeta…indovinate quale…) con la mitologia orientale, in un raffinato, criptico, gioco di costanti rimandi a diverse opere letterarie.
Secondo. Le illustrazioni di Amano. Vi spezzeranno il fiato. Statene pur certi. Se è da credere che “La Bellezza salverà il mondo” , a dire di Dostoevskij…beh, se non li salverete del tutto, almeno farete un pregiato regalo ai vostri occhi. Provate a dare uno sguardo…
Terzo. La domanda. Che ripeto. Ancora e ancora. Può una volpe innamorarsi di un monaco? Ha diritto una volpe di innamorarsi di un monaco?
Come fa intendere ad un certo punto del libro Binzuru Harada, dicendo “questo…” (n.d.r.: mentre bastona vigorosamente il monaco) “…per esserti infilato in faccende di spiriti di volpe”, no, non dovrebbe averlo.
Vorrei che, prima ancora di concludere questo volume, provaste voi a porvi questo quesito. A ipotizzare una eventuale fine. A reinventarvi moderni sceneggiatori. Si ha realmente la libertà di innamorarsi di ciò che il nostro animo ci fa percepire come necessario? Come unico. Non replicabile. Non altrimenti rimpiazzabile.
In un periodo storico in cui i rapporti sociali spesso somigliano a prelibate portate da fast-food, in cui relazioni sentimentali finiscono col coincidere con uno status su facebook (tra cui “in una relazione aperta”, neanche fossimo delle scatole di tonno Rio Mare), vale ancora la pena giocarsi il tutto per tutto per un essere che sembra appartenere a tutt’altra sfera di esistenza? Di qualcuno che afferma ” Io sono qui perché il Budda ci ha insegnato ad amare e rispettare tutte le cose viventi. Questa volpe non mi ha fatto alcun male.” Con tanto di replica sarcastica dal Signore dei Sogni “Ed ¨ per questo che tu abbandoni il tuo tempio? Perché ami e rispetti tutte le cose viventi?”.
Allora, può una volpe innamorarsi di un monaco?
Scrivetelo voi il finale. Se vi aggrada, anche qui sotto. O, se Lord Morfeo si rivelerà benevolo con voi e con me, in mezzo ai sogni di una interminabile notte.